Groupon chiede la quotazione in Borsa
{{IMG_SX}} Dopo LinkedIn anche Groupon, il popolare sito che mette in vendita coupon e sconti per i più svariati servizi, ha chiesto di essere quotato in Borsa. Un'operazione che, stimano gli esperti, porterebbe 7 miliardi di dollari americani nelle tasche dei tre fondatori del portale: Eric Lefkosky, proprietario del 21 per cento dell'azienda, Andrew Mason e Bradley Kewell. Ma soprattutto l'ingresso a Wall Street confermerebbe il trend che vuole sempre più aziende IT quotate in borsa. Il business di Groupon ha cifre da capogiro per un'azienda tanto giovane. Nel primo trimestre del 2011 la società ha fatturato 644,7 milioni di dollari a fronte dei 3,3 milioni riportati nel secondo trimestre del 2009, quindi meno di due anni prima. Significative anche le perdite (413, 4 milioni di dollari nel 2010 e altri 113, 9 milioni nel primo trimestre di quest'anno), ma lo sbarco in borsa dell'azienda tecnologica sembra comunque interessare agli investitori. L'Ipo di Groupon, infine, spaventa alcuni esperti del settore che da tempo discutono sulla possibile "bolla" dei titoli tecnologici, una replica della bolla tecnologica del 2000.