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Fiat pronta a mollare Emma

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Èpiù di una illazione. La Fiat sarebbe pronta a uscire dalla Confindustria. L'indiscrezione lanciata da Panorama, arriva proprio in curiosa coincidenza con l'assemblea annuale, fissata per oggi, degli industriali italiani. «La Fiat alza la posta e fa sapere di essere pronta a uscire dalla Confindustria. Lo strappo riguarderebbe tutto il gruppo di Torino, sia l'Auto sia la Fiat Industrial che sembrava destinata al ruolo di cordone ombelicale con Viale dell'Astronomia», scrive il settimanale della Mondadori. Un divorzio che arriva a quasi un anno dalle prime avvisaglie di uscita, nel luglio del 2010, complici, allora, la spinosa vertenza legata al contratto auto. Allora l'ad del Lingotto Sergio Marchionne fece presente alla presidente Marcegaglia che questo era possibile ma il progetto fu congelato per un paio di mesi: l'escamotage trovato ipotizzava un'uscita temporanea dell'azienda in attesa, appunto, della definizione di un nuovo contratto di categoria. La Marcegaglia parlò di «momentanea interruzione» del rapporto associativo che avrebbe consentito a Marchionne di «rendere governabili le aziende e di trovare le sue soluzioni» e a Confindustria, di «non spaccare le sue regole». A dicembre la joint venture con Chrysler diede un'ulteriore accelerata al processo. Marchionne risollevò il tema. «Per la Fiat questa joint venture con Chrysler, se va avanti, non deve far parte di Confindustria» disse sottolineando di non poter aspettare perchè «la macchina deve stare nel mercato nel 2012». Da allora, il confronto è proseguito ma a Torino, scrive Panorama, alla fine avrebbe prevalso la linea del distacco. Lo stesso John Elkann, secondo indiscrezioni, ha illustrato alla Marcegaglia le ragioni della scelta, legate al rischio che il tribunale di Torino accolga il ricorso Fiom per Pomigliano. E oggi il tema della separazione sarà all'ordine del giorno dell'assemblea. Intanto Marchionne mette a segno un altro successo. Ieri ha annunciato che «la Fiat conquisterà nel quarto trimestre dell'anno il controllo della Chrysler e potrebbe salire oltre il 51% prima della eventuale quotazione in Borsa. Poi, dopo il 2012, si farà la fusione tra le due società e, già dal primo giugno, i conti saranno consolidati». E sul progetto Fabbrica Italia dice: «Non ho cambiato idea».

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