Banche italiane nel mirino di S&P
Standard&Poor'spunta i cannoni contro il sistema Italia. E non spara certo a salve. La società che assegna i rating, cioè i voti dell'affidabilità finanziaria di Paesi e aziende, ieri ha lanciato una bordata contro quattro gruppi bancari italiani. Così dopo aver rivisto a «negativo» l'outlook ovvero le prospettive sul debito italiano, Standard&Poor's ha degradato allo stesso livello l'outlook per quattro banche italiane: Mediobanca, Bnl, Findomestic e Intesa SanPaolo. Non solo. Per non farsi mancare nulla l'outlook è stato messo in negativo anche per la Cassa depositi e prestiti e per le Poste. L'unica soddisfazione è che per ora resta invariato il rating, il voto di merito credito che condiziona le condizioni di finanziamento. La spiegazione secondo i tecnici dell'organismo di analisi è «una diretta conseguenza della prima scelta sul sistema Paese», ma il pericolo che l'agenzia potrebbe tagliare i rating delle quattro banche «nel caso avvenisse un declassamento del debito sovrano dell'Italia, visti i profili prevalentemente domestici dei business» esiste ed è concreto. Nella sua analisi S&P è partita nel considerare gli istituti che hanno un rating uguale o superiore alla Repubblica italiana, per poi decidere il cambio di outlook per i gruppi che si ritiene possano subire i maggiori impatti da cambi macroeconomici nel Paese. Sulla Cdp, S&P, apre un capitolo a parte, dicendo che «gioca un ruolo critico, considerato il proprio mandato pubblico-politico e la stretta connessione con il governo italiano». I rating della Cassa sono equiparati a quelli dell'Italia perché Standard & Poor's ritiene «quasi certo che il governo provvederebbe in tempi rapidi e con risorse sufficienti a supportare la Cdp in caso di crisi finanziarie». Il contraccolpo non è stato particolarmente pesante in Borsa: dopo un brusco calo dei titoli bancari «made in Italy» contemporaneo alla diffusione della notizia, in Piazza Affari Intesa SanPaolo, sotto aumento di capitale, ha chiuso la seduta in calo dell'1,06% e Mediobanca dello 0,47%. Peggio hanno fatto altri titoli bancari non interessati dal giudizio degli analisti dell'agenzia anglosassone, Banco Popolare e la Banca popolare di Milano, che hanno ceduto rispettivamente l'1,48% e l'1,32%.