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Cedole e rating affondano Milano

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Ilsegno meno era nelle stime. Ieri alla borsa di Milano si staccavano cedole di 64 società, tra le quali 26 big dell'indice principale, il Ftse mib, ma lo scivolone è stato accentuato anche da altri fattori come il taglio del voto da parte di Standard&Poor's sulle prospettive dell'economia italiana (dichiarato sabato scorso a borse chiuse) e la generale debolezza dei mercati finanziari per i dubbi sulla possibilità di gestire la crisi debitoria. L'indice Ftse Mib ha così segnato una perdita del 3,32%, a 20.532 punti, mentre l'All Share ha ceduto il 3,18%. La prestazione milanese è stata decisamente peggiore di quella delle altre borse europee, i cui cali hanno oscillato attorno ai due punti percentuali, e quasi doppia rispetto a quella del Dj Stoxx 600 (-1,7%), l'indice che sintetizza l'andamento dei 600 principali titoli del Vecchio Continente. L'impatto negativo sull'indice Ftse Mib, il paniere dove si trovano le blue chips, è stato dell'1,9%. Un «handicap» che ha giustificato la forbice tra Milano e i principali listini europei (Londra ha perso l'1,9%, Parigi il 2,1% e Francoforte il 2%). Tra i titoli che hanno staccato la cedola figurano Geox (-3,18%), Cir (-3,08%), Exor (-2,90%) ma anche big del calibro delle Generali (-1,65%) e dell'Eni (-2,05%). Ha sofferto parecchio Intesa Sanpaolo (-2,81% le ordinarie e -5,78% le risparmio), ieri alle prese con l'avvio dell'aumento di capitale da 5 miliardi di euro (il diritto di opzione è crollato del 22,6%). Il titolo ha fatto peggio di altre banche chiamate ieri, come Cà de Sass, a staccare il dividendo: Mps (-0,75%), Unicredit (-0,58%) e il Banco Popolare (-0,49%) hanno contenuto i cali attorno al mezzo punto percentuale. Il tonfo di Piazza Affari non si può però solo ricondurre all'effetto-dividendo come dimostra il fatto due tra i titoli più venduti, Fiat (-3,38%) e Fiat Industrial (-3,14%), non hanno staccato la cedola. Intanto da Atene è arrivato il va libera a nuovi tagli per coprire il buco da 6,5 miliardi nei conti 2011 e privatizzazione immediata di alcune delle più importanti aziende a partecipazione statale: dal gigante delle tlc Ote (leader del settore in tutti i Balcani) alle Poste, dal porto ateniese del Pireo a quello di Salonicco.

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