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Tremonti minaccia il ricorso alla Corte Ue

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.È stato un consiglio animato quello di ieri a Bruxelles con il ministro dell'Economia che ha fatto una dura requisitoria poi si è alzato e ha lasciato i lavori imponendo ai colleghi delle finanze europei ad aggiornare i lavori. Sul tavolo c'era il progetto per rivedere la direttiva del 2003 in materia di fiscalità dei redditi da risparmio che generano interessi o redditi equivalenti, dei cittadini non residenti. Un progetto che è arrivato in consiglio zoppo, perchè privo delle sanzioni in caso di inadempienza per gli Stati, le banche e gli altri operatori (soprattutto svizzeri) che così consentono il deposito di capitali nei paradisi fiscali. La direttiva, che riguarda in particolare l'imposizione sugli interessi di risparmi e capitali depositati in uno Stato membro diverso da quello di residenza, è in discussione fra i Ventisette in vista di un rafforzamento delle sue disposizioni. La direttiva impone agli stati membri di scambiare informazioni per permettere che gli interessi maturati in uno stato dai residenti in un altro stato siano tassati secondo le leggi dello stato di residenza. Tremonti ha subito sollevato il problema imponendo lo stop. «È inaccettabile - ha detto intervenendo all'Ecofin - che gli operatori di Paesi che hanno firmato la direttiva accettino la sistematica violazione delle norme». Dal momento che non ci sono sanzioni «stiamo parlando di un testo che non ha un minimo contenuto giuridico. Se non ci sarà l'impegno ad introdurre sanzioni per gli Stati e le banche che violano la direttiva sui risparmi dei cittadini non residenti all'estero, l'Italia non appoggerà la revisione della direttiva». Non solo. Tremonti avverte che non ci sarà un cambiamento in questa direzione farà ricorso alla Corte europea di giustizia. «È una direttiva scritta dalla Svizzera, non è stata la Svizzera a entrare nella Ue ma la Ue che è entrata in Svizzera» ha tuonato il ministro. Tremonti ha quindi ricordato che attende ancora il rapporto della Commissione Ue sugli Stati che finora hanno violato la direttiva. «Quando avrò quel rapporto io chiederò alla Commissione le sanzioni contro gli Stati che hanno fatto la violazione. Se non è il caso andremo alla Corte di giustizia europea». Oggi la direttiva si applica solo ai risparmiatori privati e al risparmio derivato da interessi su depositi, titoli di Stato e corporate, e non alle società.

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