Nasce il Manager "a consumo"
In un mondo del lavoro profondamente cambiato, nel quale sempre più spesso domanda e offerta non si incontrano, una start-up milanese lancia un servizio quasi provocatorio: il manager on demand. E promette di rimettere sul mercato i professionisti “over 40” che sono stati emarginati dalla crisi, rendendoli appetibili alle piccole e medie aziende. Rappresentano quasi il 50% dei disoccupati italiani, anche se l’Istat li “annega” in un dato totale non suddiviso per fasce d’età. Sono manager, dirigenti, colletti bianchi e professionisti over 40 specializzati in ambiti e settori particolari, una vera e propria miniera d’oro per quei 4 milioni e passa di piccole e medie imprese che oggi faticano a combattere la crisi e che potrebbero invece – proprio attingendo a professionalità di questo genere – dare un nuovo slancio alla loro attività. Eppure i primi, i disoccupati, una volta usciti dal mercato (un mercato che negli ultimi due anni ha colpito duramente i manager italiani ultraquarantenni) nella maggior parte dei casi non riescono più a rientrarvi. E le seconde, le imprese, non possono permettersi di affrontare gli oneri legati all’assunzione di un dirigente o di un quadro in un contesto economico dalle tinte già fosche. Così la situazione rimane in stallo, con tante potenzialità in campo e pochissimi in grado di coglierle. “Il progetto Manager On Demand è nato proprio da questa considerazione: se da una parte vi è una forte richiesta che non può essere soddisfatta per motivi economici o burocratici e dall’altra un’offerta di valore che risponde perfettamente a questa esigenza, perché non studiare una modalità diversa per avvicinarle? Chi ha operato per anni in un’area funzionale specifica gestendo progetti e situazioni complesse, ha accumulato esperienze e competenze in grado di risultare determinanti per molte realtà più piccole o rivolte a un unico mercato. Con la nostra offerta, rendiamo disponibili queste competenze attraverso pacchetti a consumo che l’azienda può poi liberamente utilizzare nel corso dell’anno, scegliendo le figure professionali di cui ha bisogno nel nostro pool di consulenti fortemente operativi, formato oggi da una quarantina di ex manager, dirigenti e professionisti e in continua crescita. Il vantaggio è quello di avere a disposizione non dei semplici consulenti che si limitano ad analizzare e consigliare, ma una squadra di manager e di risorse specifiche in grado di gestire interventi, progetti o situazioni particolari per il numero di giorni necessario. Una vera e propria task force di fiducia, con elevate competenze. Tutto questo si traduce in maggior flessibilità, certezza dei costi e garanzia di un roi (Return Of Investment, ndr) molto elevato”. A parlare è Paolo Sisti, 40 anni, già vice direttore generale di Domina Business (azienda del gruppo Domina dedicata al mercato loyalty) e oggi socio e amministratore unico di RS Planner srl, una società di consulenza e servizi nata nel dicembre 2010 proprio con l’obiettivo di offrire alle PMI tutto ciò che normalmente “i piccoli” non possono permettersi. “RS Planner è una specie di global service dedicato alle aziende con meno di 100 dipendenti, anche se ci occupiamo di formazione manageriale non convenzionale all’interno di realtà molto più grandi (tra i clienti troviamo Almaviva, Phonetica e Fiat), ma la vera sfida che abbiamo voluto raccogliere è proprio quella di cercare di applicare il concetto di crowdsourcing, che in Italia sta facendo breccia nel mercato della creatività, alle professionalità di più elevato spessore o di nicchia. Esiste un mondo di cosiddetti microworkers che non contempla solo grafici e creativi in genere, ma che abbraccia ogni tipo di competenza. E non pensiamo neppure di rivolgerci unicamente alle PMI, anche se quello rimane il nostro terreno d’elezione: moltissime grandi realtà, proprio grazie a questo sistema, sono in grado di portare a termine i loro piano operativi senza incidere sull’organico e risparmiando sui costi. In più, senza essere un’agenzia per il lavoro, offriamo comunque a molte valide risorse un modo per rimettersi in gioco e non perdere il contatto con la realtà produttiva del Paese”. L’idea è nata facendo una ricarica telefonica: “le sim ricaricabili, al loro ingresso sul mercato, apparvero solo come una trovata di marketing destinata a fallire in breve tempo o – peggio – ad affossare il mondo della telefonia mobile. Oggi le grandi compagnie telefoniche continuano a correre proprio grazie a quella trovata geniale, che contiene i tre elementi chiave del successo nei confronti dei loro clienti: flessibilità, mancanza di vincoli e controllo diretto sui costi. Ed è stato proprio ricaricando un numero di cellulare” – prosegue Sisti – “che ho pensato: perché non applicare la stessa flessibilità del prepagato anche al mondo della consulenza e del lavoro? Ne ho parlato ai miei collaboratori ed è nato il progetto Manager On Demand. All’inizio sembrava quasi una provocazione, ma poi mi sono reso conto che quest’idea aveva tutte le caratteristiche per poter funzionare davvero”. A chi gli chiede se non si tratti in fondo di un temporary management, Sisti risponde in maniera decisa: “no, perché un temporary manager è comunque un dipendente della società, anche se a tempo determinato, con tutti i vincoli annessi. E non è neppure una consulenza in senso stretto: nelle piccole aziende non c’è tempo per l’aria fritta, bisogna agire in maniera rapida ed efficace su situazioni e progetti specifici, massimizzando le competenze. Un po’ come quando ci si rivolge a un architetto o a un elettricista: si paga la professionalità per il tempo necessario a risolvere un problema o portare a termine un compito ben preciso. Noi applichiamo lo stesso concetto a tutte le aree aziendali, portando le competenze dove servono”. E se uno di questi manager on demand dovesse poi essere assunto dall’azienda per la quale sta lavorando a consumo non si porrebbe un problema? “No, anzi, ne sarei felice!” prosegue Sisti, “significherebbe per noi in qualche modo assolvere un compito di welfare sussidiario, anche se non abbiamo un ricavo diretto da questo. Perché sono convinto che questa persona, all’interno della nuova azienda, si ricorderà di noi e ci promuoverà per tutti gli altri servizi che offriamo, che spaziano dalla formazione alla gestione di eventi e incentive, fino a soluzioni di promozione commerciale e telemarketing”. Oggi RS Planner è già in grado di coprire molte funzioni aziendali con pacchetti a consumo mirati, che partono da poco più di tremila euro per avere un top manager in azienda quando serve, “ma i piani di crescita sono sicuramente ambiziosi” afferma Sisti. “Stiamo pensando a una piattaforma in grado di gestire la domanda e l’offerta in tempo reale, così da permettere la creazione di una vera catena virtuosa, e stiamo valutando partner tecnologici ma anche finanziari in grado di apportare valore al progetto”.