Il debito pubblico cala ancora e torna l'avanzo primario
Iconti pubblici migliorano anche se di poco tant'è e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti afferma che «l'Italia ha dei numeri di crescita». Le cifre dicono che «cresciamo meno della Germania, che però 5 anni fa andava meno forte dell'Italia mentre rispetto a Inghilterra e Francia i nostro numeri sono più o meno uguali». È evidente che «dobbiamo fare di più». La Ue avvisa che quest'anno il debito pubblico raggiungerà «il picco» sopra il 120% del Pil, tornando così a livelli di metà anni '90 a causa della frenata dell'economia (ma non all'aumento della spesa). Secondo i dati della Banca d'Italia il debito a marzo è sceso a quota 1.868 miliardi mentre gli aiuti alla Grecia e all'Irlanda hanno inciso sul fabbisogno portandolo a quota 19,1 miliardi. Bruxelles dice di iniziare a ridurlo «quanto prima» e proseguire con una politica di bilancio prudente e con un programma di consolidamento dei conti e di riforme strutturali. La Ue sottolinea che in Italia «la ripresa continua ad essere lenta» e trainata soprattutto dalle esportazioni. Per il 2011 si attende una crescita del pil italiano dell'1% (leggermente in ribasso rispetto all'1,1% previsto in febbraio) e nel 2012 dell'1,3%, contro una media dell'Eurozona dell'1,6% quest'anno e dell'1,8% il prossimo. Il primo trimestre dell'anno la crescita si è attestata a +0,1% rispetto all'ultimo trimestre del 2010 con un rimbalzo del +1% sul primo trimestre dell'anno scorso. A trainare questa mini crescita è stata solo l'agricoltura mentre il contributo di industria e servizi è stato decisamente piatto. Un segnale di ripresa dell'economia è dato dai risultati delle entrate tributarie in aumento a marzo del 4,6% a 87.401 milioni mentre c'è stato un boom (+30,4%) degli incassi da ruoli per attività di accertamento e controllo nella lotta anti evasione ed elusione. Salgono le imposte dirette che complessivamente sono cresciute del 4,3% (+1.959 milioni) rispetto al corrispondente periodo del 2010 e quelle indirette +4,9%. La Germania mette invece a segno un risultato insperato tanto che i commentatori parlano già di uscita dalla crisi e nuovo boom economico: il pil sale dell'1,5% rispetto al quarto trimestre 2010, battendo ampiamente le attese, ferme ad un +0,9%. Il tutto grazie anche ad una produzione che continua a tirare.