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L'Fmi promuove Tremonti

Il ministro Giulio Tremonti

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Il Fondo Monetario internazionale promuove la politica economica di Tremonti. A conclusione della missione dei tecnici di Washington, il capo delegazione Antonio Borges, illustrando il rapporto sui conti pubblici italiani, ha riconosciuto che l'Italia «è sulla strada giusta» per il consolidamento del bilancio e ha apprezzato «i rilevanti progressi» ottenuti nel 2010. Nel rapporto si legge anche che è «accolto con favore» l'impegno del governo a portare il deficit sotto il 3% del pil entro il 2012 e vicino al pareggio entro il 2014. I tecnici di Washington hanno messo in evidenza che «la spesa primaria corrente reale è cresciuta al ritmo più basso dalla metà degli anni '90» e il trend positivo di bilancio «è continuato nei primi mesi del 2011». Pur promuovendo gli obiettivi di bilancio del governo, l'Fmi considera «ottimista» quello di ridurre il deficit di bilancio sotto il 3% nel 2012. Pertanto l'Fmi «sostiene l'obiettivo di avvicinarsi al pareggio di bilancio entro il 2014». La ripresa però resta modesta, ci sono dei «colli di bottiglia» strutturali che la ostacolano. Per spingere la crescita servono riforme strutturali. Tra i necessari tagli alla spesa, il fondo cita una riduzione delle province. Indica anche altre aree sulle quali intervenire. Il sistema fiscale «deve essere semplificato per sostenere la crescita e ridurre l'evasione»; il federalismo «non deve indebolire la disciplina fiscale» e le autorità locali «dovrebbero consentire di tassare tutte le proprietà immobiliari». Tre le priorità indicate dagli economisti di Washington c'è quella di rilanciare l'economia del Mezzogiorno per superare il «dualismo» che caratterizza il Paese. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, visibilmente soddisfatto in una conferenza stampa affollatissima, ha confermato di aver già firmato il documento per la candidatura del Governatore della banca d'Italia a presidente della Bce che dovrebbe essere ufficializzata alla riunione dell'Eurogruppo di lunedì prossimo. Poi ha annunciato che al decreto sullo Sviluppo seguiranno altri decreti. «Dobbiamo continuare su questa strada, ma tutto il Paese deve agire, occorre un'azione di più soggetti. Dobbiamo fare di più tutti, non solo i soggetti pubblici, avendo chiara l'agenda». Tremonti ha insistito sugli interventi per il Sud. «Per non diventare un Paese diviso dobbiamo concentrare un parte delle nostre attività nel Meridione». Più in generale l'obiettivo è di «ridurre la mano morta dell'economia, dando indicazioni ad esempio sul credito di imposta e la ricerca scientifica». Poi ha ricordato che il governo durante la crisi è riuscito a «tenere il bilancio dello Stato, il risparmio delle famiglie, la coesione sociale e ha tenuto aperti i canali del finanziamento alle imprese». «Abbiamo fatto sufficienti interventi per tenere la struttura del bilancio pubblico» ha detto Tremonti sottolineando che «l'Italia è in linea con gli altri Paesi». Il titolare di via XX Settembre ha poi ribadito la necessità d'ora in avanti di distinguere gli interventi sul bilancio da quelli sulla crescita. «Un conto è fare manovre di bilancio - ha spiegato - un conto è cosa fare sull'economia reale».

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