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Capitalismo riabilitato da Giovanni Paolo II

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Dio,Patria e Lavoro. La recente beatificazione di Papa Giovanni Paolo II ha avuto un significato profondo, ampio che trascende l'ascesa agli altari di un grande Uomo che ha dato la sua impronta al secolo passato. La grandezza di questo Papa, che, senza divisioni armate (la domanda era di Stalin) aveva sconfitto il comunismo, considerato il male assoluto, veniva dalla sua grande spiritualità interna. Spiritualità pragmatica di un Uomo vissuto in una nazione oppressa dal tallone prima nazista e poi sovietico. Woityla in economia rivalutò il capitalismo. Quello dal volto umano, sensibile ai problemi sociali e non soltanto al raggiungimento, con qualsiasi fine, del profitto. Il Papa è stato beatificato durante la ricorrenza dei 150 anni di unità e durante la Festa del lavoro. Ci paiono Dio, Patria e Lavoro tre simbologie che, grazie a questo Papa, sono collegate tra di loro. I tre concetti toccano anche l'homo economicus, quello che con l'ottimismo della ragione, combatte giornalmente contro i lacci e laccioli della burocrazia e contro favole in libertà che seminano odio e inconcludenza. Il Papa ha sconfitto il tiranno non con la spada ma con la parola. Parola che anticipava fatti concreti. Con l'esempio, con la sofferenza e con il dolore. Ma sempre con entusiasmo, allegria che veniva dagli occhi quando la malattia aveva sfigurato il suo volto. Finita la festa non gabbiamo lo Santo. Seguiamo l'esempio di questo sommo Pontefice che ci ha lasciato, con la sua simpatica dolcezza, insegnamenti anche di carattere economico.

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