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La vertenza Fiat mette a terra la Fiom

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I delegati firmano il piano per la ex Bertone in disaccordo con i vertici nazionali

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.La base molla i vertici che continuano a essere arroccati su posizioni polemiche. Ieri, all'incomani dell'esito del referendum alla ex Bertone i rappresentanti delle Rsu, comprese quelle della Fiom, hanno firmato l'accordo con la Fiat per il rilancio dello stabilimento con l'applicazione dell'accordo di primo livello già introdotto a Pomigliano. La Fiom, come annunciato, non ha firmato ma con il segretario nazionale Giorgio Cremaschi ha negato che ci sia una spaccatura. Per il sindacalista «i lavoratori della ex Bertone sono stati sottoposti a un ricatto terribile» e siccome è evidente che «all'interno del sindacato ci sono delle contraddizioni» se ne occuperà il comitato centrale convocato per lunedì. Ma Pino Viola, Rsu Fiom, replica: «Abbiamo firmato l'accordo secondo l'indicazione che è venuta dal referendum». La linea oltranzista della Fiom comincia a non essere condivisa neppure dalla Cgil. Il segretario generale Susanna Camusso ha approvato la scelta delle Rsu definendola «responsabile». Ma ha anche detto che ora spetta alla Fiat discutere con quelle Rsu delle condizioni di lavoro alla ex Bertone. L'accordo siglato dai sindacati entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012 e prevede il massimo utilizzo degli impianti, un graduale passaggio ai 18 turni, ma anche un plafond di 120 ore di straordinario ulteriori. Inoltre il contratto contiene le clausole sulla governabilità dello stabilimento con regole per arginare l'assenteismo e clausole di responsabilità in caso di sciopero. Il piano prevede l'investimento da oltre 500 milioni per la produzione di una Maserati del segmento E. Soddisfatto l'ad Sergio Marchionne. «Gli operai hanno parlato e questo è espressione di democrazia. Noi siamo partiti per fare del bene ai lavoratori e l'allineamento sindacale non ci interessa. Non ho niente contro la Fiom». Il manager è negli Stati Uniti per un incontro con gli investitori per discutere il piano di rifinanziamento di Chrysler. Questo consentirà un risparmio di 200 milioni di dollari l'anno sugli interessi. Poi ha detto che le stime per Fiat sono di vendere negli Usa oltre 25.000 Fiat500 per quest'anno. Marchionne ha smentito di aver affidato a un gruppo di banche l'incarico per cedere Fiat Industrial. Quanto ai tempi per lo sbarco in Borsa di Chrysler, «non c'è fretta». Chiusa la partita alla ex Bertone, un altro fronte polemico si è aperto a Melfi. La Fiom ha annunciato che non firmerà l'accordo sull'organizzazione del lavoro nello stabilimento Fiat Sata. Anche qui le Rsu prendono le distanze. Gli 11 delegati della Fiom di Melfi (su 18 nel complesso) hanno scritto una lettera al segretario generale della Fiom, Maurizio Landini ma anche al numero uno della Cgil, Susanna Camusso sottolineando che «l'accordo sull'organizzazione del lavoro allo stabilimento è trasparente e poteva e doveva essere firmato».

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