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La Fiom si piega e accetta il modello Pomigliano

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Uncambio di marcia accolto positivamente dagli operai di Grugliasco, anche se tra i delegati Fiom c'è la convinzione che si tratta di un sì estorto. «L'azienda ha attuato un ricatto ancora più forte che a Pomigliano e a Mirafiori, perchè decidere di non riaprire uno stabilimento è più facile che chiuderne uno in piena attività» sostengono alla Fiom. Il cambio di marcia è stato spiegato come un atto obbligato per «non separare quelli che vogliono lavorare da quelli che vogliono difendere i diritti» ha detto in assemblea Pino Viola, capo delegazione della Fiom a Grugliasco. «Non permetteremo a nessuno di scaricare sui lavoratori la responsabilità di non fare l'investimento» ha affermato sottolineando che «se vinceranno i sì firmeremo». La maggioranza delle Rsu ha anche stabilito che dopo il voto si dovranno rieleggere i delegati, un test per far comprendere che la Fiom, che conta 10 dei 16 rappresentanti nel parlamentino sindacale di stabilimento, è in maggioranza. L'esito del referendum si avrà stasera.

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