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La cura Marchionne fa bene a Chrysler

L'ad di Fiat Sergio Marchionne

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I risultati trimestrali di Chrysler e il sì della Fiom ad estendere il contratto di Pomigliano e Mirafiori allo stabilimento della ex Bertone, hanno fatto volare il titolo Fiat in Borsa (è arrivato a guadagnare il 4% a 7,49 euro e a chiuso in progresso del 3,89% a 7,48 euro). Una corsa che non è stata per niente turbata dalle stime negative sulle vendite di auto nuove in aprile in Italia. È il segnale che ormai i mercati guardano alla Fiat come a un gruppo globale e scommettono sulle prospettive a livello internazionale che arriveranno dall'acquisizione di Chrysler. Il mercato dell'auto a livello globale promette bene quest'anno e anche Fiat con il partner americano, dovrebbe avere miglioramenti. A mettere le ali al titolo Fiat sono stati i risultati trimestrali della casa di Detroit che è tornata in utile con un risultato netto di 116 milioni di dollari contro una perdita di 197 milioni nello stesso periodo del 2010. È la prima volta dalla bancarotta, a giugno 2009. Prima di allora l'ultima trimestrale di Chrysler non in rosso risale al secondo trimestre del 2006 quando la società era controllata dalla Daimler. Nei primi tre mesi dell'anno, il fatturato della casa automobilistica americana che fa capo alla Fiat è salito del 35% a 13,1 miliardi di dollari contro i 9,7 miliardi del primo trimestre dello scorso anno. Nello stesso periodo, le vendite mondiali sono cresciute del 18% a 60.000 veicoli e la quota di mercato Usa è salita al 9,2% (dal 9,1% un anno prima). L'amministratore delegato Sergio Marchionne è soddisfatto: «È la dimostrazione che siamo sulla strada giusta e che la nuova linea di prodotti sta avendo successo». Il manager però ha smentito che sul tavolo ora ci sia una fusione fra Fiat e Chrysler, «è un tema di lungo termine». ha spiegato che Fiat entro giugno salirà al 46% di Chrysler con l'operazione di rifinanziamento del debito, che consentirà a Chrysler di rimborsare i 7,5 miliardi di dollari di prestiti ricevuti dai governi americano e canadesi, con prestiti e l'emissione di 2,5 miliardi di dollari di bond per gli investitori istituzionali. L'aumento della quota si tradurrà nel consolidamento di Chrysler nei conti Fiat. Il Lingotto prevede di salire al 51% nel 2012.

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