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C'è ancora Francia nella crescita Acea

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Il presidente dell'Acea Giancarlo Cremonesi

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Nel clima di riconciliazione sui temi economici aperto da Berlusconi nel recente incontro con il presidente Nicolas Sarkozy si inserisce anche Acea. Una società, quella che gestisce acqua ed elettricità nella Capitale, che la guerra con i transalpini, sullo stile di quella che si combatte oggi per il controllo di Parmalat, l'ha già fatta e anche conclusa qualche mese fa con un armistizio che ha rimesso ordine e armonia tra i soci. Così dopo le tensioni il miglior modo per trovare una pace duratura resta quello di fare affari insieme. Proprio l'invito che il presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi, ha rivolto a Parigi ieri nel corso dell'assemblea dei soci. La risoluzione della «problematica» joint venture tra Acea e Gdf-Suez «non esclude future sinergie con quello che resta un importante operatore del nostro mercato di riferimento e un solido azionista con il quale valutare altre forme di collaborazione soprattutto nel settore idrico» ha detto Cremonesi. Sempre che il referendum di metà giugno lasci ancora spazio alle gare e alla liberalizzazione del settore, evitando «rischi evidenti» per le aziende che vi operano. Cremonesi ha evidenziato tutti i lati negativi della consultazione. «Il quadro normativo venutosi a creare con il cosiddetto decreto Ronchi aveva in buona parte risolto l'incertezza interpretativa del precedente assetto normativo e la sua abrogazione lascerebbe nuovamente spazio ad una instabilità quanto mai negativa per gli operatori del settore». Stesse perplessità che per quanto riguarda il secondo quesito sulla formazione delle tariffe. L'assemblea annuale comunque ha dato il via libera al bilancio 2010 chiuso con un utile netto di 92 milioni di euro (dopo la perdita di oltre 52 milioni dell'anno precedente). L'assemblea - da cui è emerso un ulteriore anche se quasi impercettibile aumento della quota di Francesco Gaetano Caltagirone, dal 15,026% al 15,040% del capitale - ha poi approvato la distribuzione di un dividendo di 0,45 euro ad azione, cui ha fatto seguito la rassicurazione da parte dell'ad, Marco Staderini, di un pay out (rapporto tra dividendo e utile) al 65% «anche per i prossimi anni». Il primo trimestre del 2011, ha annunciato Staderini anticipando i risultati che saranno resi noti a metà maggio, è del resto «in linea con le previsioni di budget e con l'andamento del primo trimestre 2010».

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