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Draghi parla come Trichet

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Riequilibrio dei conti italiani non rinviabile. Tagli alla spesa del 7%

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.Dunque il rigore dei conti pubblici, vangelo della Eurotower, è ormai scritto nel dna linguistico dell'attuale inquilino di Palazzo Koch che ieri è andato giù duro sulla necessità di mettere in preventivo una stagione di sacrifici e tagli. «La crisi ha peggiorato le prospettive di finanza pubblica; non è più rinviabile un duraturo riequilibrio dei conti pubblici» ha detto Draghi nel suo intervento a un convegno dedicato alle infrastrutture. E visto che la pressione fiscale è già elevata è inevitabile un significativo contenimento della spesa. Così il sostanziale pareggio nel 2014 può essere raggiunto solo dal lato delle spese e implica una loro riduzione del 7 per cento in termini reali. «L'obiettivo è conseguibile solo se vi concorreranno tutte le principali voci di spesa» ha spiegato il Governatore che ha insistito anche sulla necessità non solo di tagliare ma anche di migliorare l'efficienza della spesa. L'esempio più evidente è infatti nelle infrastrutture. «Il ritardo del paese non sembra riconducibile solo a una carenza di spesa». Secondo Draghi infatti «la qualità della programmazione sembra costituire l'aspetto di maggiore criticità del nostro paese». Per il governatore «l0incertezza del quadro finanziario ostacola un'adeguata programmazione degli interventi, ne incentiva la frammentazione per avviare simultaneamente il maggior numero possibile di opere con conseguenze negative sulla capacità di portarle a termine entro i tempi stabiliti». Insomma a mancare non sono i fondi ma le intelligenze per gestire i programmi. Rigore e competenze. Con questo biglietto da visita Draghi sta ormai prenotando da tempo l'arrivo a Francoforte. E sui di lui il consenso europeo si allarga di giorno in giorno. Dopo la scelta fondamentale di Parigi, seguito da quello del Portogallo e del Belgio, è arrivato anche l'appoggio della Spagna e del presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che ha detto di condividere l'opinione del presidente Nicolas Sarkozy sul governatore di Bankitalia. Per la Spagna Mario Draghi, è un «candidato eccellente» per l'incarico di futuro presidente della Bce, ha dichiarato il Ministro delle Finanze spagnolo, Elena Salgado. E dalla capitale francese il presidente dell'Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ha sottolineato: «Come presidente dell'Eurogruppo avrei mille motivi per stare zitto, ma non vedo nessuna differenza fra ciò che ha detto il Presidente (Sarkozy) e ciò che penso io». Resta dunque solo il nodo Berlino da sciogliere ma secondo fonti ben informate, anche la Cancelliera Angela Merkel sarebbe sul punto di dare a Draghi disco verde. Almeno così ha spiegato ieri la stampa tedesca come l'Handesblatt.

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