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Eni chiude il trimestre con 2,55 miliardi di utili(+14,6%)

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L'utilenetto adjusted si attesta a 2,22 miliardi, con un aumento del 21,6% per effetto del miglioramento della performance operativa e della diminuzione del tax rate adjusted (dal 53% al 50,5%). È quanto si legge in una nota al termine del cda che ha approvato la trimestrale. Dati positivi dunque nonostante il calo di produzione legato alla guerra in Libia. «Nel primo trimestre, segnato dagli eventi libici, Eni ha conseguito risultati eccellenti sostenuti dallo scenario petrolifero. Nonostante le incertezze sui tempi di ripresa delle nostre attività in Libia, le prospettive di redditività e di crescita di Eni rimangono positive grazie alla solidità patrimoniale, alla qualità del portafoglio di asset e dei progetti di sviluppo» ha affermato l'ad di Eni, Paolo Scaroni. Circa la prevedibile evoluzione della gestione, le quotazioni del petrolio sono attese in un trend solido sostenuto da una certa ripresa della domanda; per le finalità di proiezione economico-finanziaria di breve termine Eni assume un prezzo medio annuo del marker Brent di 101 dollari/barile. È prevista proseguire «l'attuale fase depressa del mercato europeo del gas dove la contenuta dinamica della domanda non è in grado di assorbire l'eccesso di offerta esistente». Il cda ha poi deliberato l'emissione di uno o più prestiti obbligazionari, per l'importo complessivo massimo di 2 miliardi di Euro.

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