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Il voto capitario e i rischi per le Popolari

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Aprileè il mese delle assemblee, che delle popolari rappresentano il momento di aggregazione dei soci che, vivono la propria banca. Le popolari, pur mantenendo uno stretto contatto con il territorio di appartenenza, seguendo l'andamento dei mercati, sono uscite dai confini originali per impiantarsi in altre regioni anche lontane con fusioni ed acquisizioni. Taluno, con lungimiranza, inizialmente avversata, ha introdotto il modello federale, tipico dello spirito popolare. La banca acquisita, parte del gruppo, mantiene la governance territoriale. Torniamo alle assemblee momento di espressione democratica dei soci. Dissensi e opinioni differenti servono da stimolo per gli amministratori. C'è però un punto da non sottovalutare. Il voto capitario deve rimanere la caratteristica della Banca Popolare. In alcune assemblee, c'è però, chi approfittando del voto capitario, raduna fans che inscenando tifo da stadio, non propriamente consono, introducono capziose argomentazioni, attraverso una eccessiva moltitudine di interventi con lo scopo di intimidire i soci altrettanto preoccupati per una ingiustificata lunghezza temporale della assemblea. Il problema investe tutto il mondo delle popolari e non una singola banca. È necessario che, a livello di sistema, si ponga rimedio per evitare che pochi, con scopi personali, mettano mano sulla governance della banca che appartiene alla comunità locale. In barba alla democraticità capitaria. Se il ricambio è legittimo e salutare questo deve avvenire premiando professionalità facinorosità.

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