Fiat al 46% di Chrysler
Il sogno di realizzare «una grande casa automobilistica globale», iniziato meno di due anni fa, si sta per realizzare. Fiat entro fine giugno comprerà un altro 16% di Chrysler (per cui ha sborsato 1,26 milioni di dollari) salendo al 46% e entro l'anno avrà quel 5% di azioni che le manca per assumere il controllo della società di Detroit. Per l'amministratore delegato Sergio Marchionne si tratta di «un passo fondamentale» per la nascita di un gruppo unico «che possa trarre pieni benefici dallo sviluppo congiunto delle rispettive attività internazionali». E proprio nel giorno in cui può dire che «siamo pronti a assumere il controllo» il Time lo inserisce tra i primi cento personaggi più influenti a livello mondiale. Soddisfatto anche il presidente del Lingotto, John Elkann, che parla di tappa «storica per Fiat e Chrysler» e si lascia andare al nostalgico ricordo del nonno che, dice, «avrebbe approvato con un sorriso». Marchionne spiega che l'acquisizione del 16% di Chrysler non inciderà sui target Fiat del 2011, mentre per la quotazione della casa Usa non ci sono tempi precisi, «dovrà esser discussa nel board e Torino «ha un diritto di veto». «L'integrazione operativa è più importante di quella legale», chiarisce, mentre Ficht non esclude un taglio del rating. Fiat Industrial chiude «un buon trimestre», con un utile netto di 114 milioni, «risultato enorme soprattutto in confronto con il 2010» quando era in rosso di 34 milioni. Marchionne spiega che Fiat non ha alcuna intenzione di vendere la partecipazione, ma vuole «essere felice azionista di lungo periodo» della società anche perchè non ha bisogno di liquidità. Poi l'ennesima smentita sulla possibilità di un'alleanza tra Iveco e Daimler, solo «voci messe in giro dai tedeschi». I risultati di Fiat Industrial, nel suo primo trimestre dopo lo spin off di Iveco e Cnh dall'Auto, sono considerati però inferiori alle attese e in Borsa il titolo va giù e chiude in calo del 3,45%. C'è però la conferma di tutti i target 2011: un utile della gestione ordinaria tra 1,2 e 1,4 miliardi, un utile netto pari a circa 0,6 miliardi e un indebitamento netto industriale da 1,8 a 2 miliardi. Sono previsti inoltre ricavi pari a circa 22 miliardi e di 1,4 miliardi di investimenti. Il trimestre si chiude con un utile della gestione ordinaria più che raddoppiato, a 277 milioni dai 122 milioni nello stesso periodo 2010, grazie ai maggiori volumi di tutti i settori e «la performance particolarmente forte» di Cnh. Aumenta leggermente l'indebitamento netto industriale a 2,1 miliardi di euro (1,9 miliardi di euro a fine 2010), mentre la liquidità si attesta a 3,5 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 3,7 miliardi di euro di fine 2010.