Arriva l'aumento dei tassi
Chi ha un mutuo variabile deve prepararsi a tirare ancora la cinghia. La Banca centrale europea prepara una nuovo rialzo dei tassi, dopo la stretta decisa la scorsa settimana. Anche se il presidente dell'istituto proprio in occasione del ritocco del costo del denaro aveva sottolineato che non ci sarebbero stati altri aggiustamenti, un intervento del membro italiano del comitato esecutivo, Lorenzo Bini Smaghi e il bollettino mensile della Bce lasciano intendere che un rialzo è stato messo in conto. Ed anche a breve. Bini Smaghi dice che una nuova stretta prima dell'estate «dipenderà dall'andamento dell'attività economica». E «i dati più recenti, e anche le previsioni del Fmi, sembrano confermare lo scenario di una crescita mondiale sostenuta, che si trasmette anche all'area euro». Poi ci sono alcune frasi che ricorrono nel bollettino mensile. «L'inflazione nel 2011 resterà sopra il 2% - si legge - e occorre monitorare molto da vicino i rischi di fiammate inflazionistiche connessi allo scenario globale, con il prezzo del greggio che si mantiene lontano dai 100 dollari che la Bce aveva ipotizzato agli inizi di marzo nelle sue stime trimestrali». Quindi si ribadisce «la necessità di adeguare l'orientamento di politica monetaria, che resta molto accomodante». Quanto alla crescita le stime sono ottimistiche. Dopo la crescita dello 0,3% nell'ultimo trimestre per i Diciassette c'è una dinamica di fondo «positiva, anche se restano incertezze e rischi al ribasso collegati alle tensioni nei mercati finanziari (vedi Grecia e Portogallo) e al disastro in Giappone. La disoccupazione continua ad essere alta anche se a febbraio è scesa sotto il 10% e i segnali sono «incoraggianti» per i prossimi mesi. Vi sono quindi gli spazi per nuovi aumenti dei tassi - molti economisti si aspettano due nuove strette da un quarto di punto l'una entro fine anno - anche se non è chiara la tempistica: qualcuno parla di una nuova manovra già a maggio, altri la collocano nei primi mesi dell'estate. Ma il Fondo Monetario internazionale nel giorno dell'avvio del G20 lancia messaggi allarmistici: la ripresa in atto non è quella che vorremmo, non solo perchè è caratterizzata da molti squilibri a livello mondiale, ma anche perchè è una ripresa che non produce abbastanza posti di lavoro. Nessuno spazio per compiacersi, dunque, ma la necessità di mettere in atto misure urgenti. Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn non usa mezzi termini: la crisi non può considerarsi finita ma, piuttosto, siamo ancora in mezzo al guado. È anche sulla base di queste premesse che si svolgeranno i lavori del G20, il cui scopo principale sarà quello di mettere a punto degli indicatori per individuare potenziali segnali di crisi e di squilibrio nei diversi paesi.