Generali, fuori Geronzi l'ex Bernheim si prende la rivincita
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Sempre. Anche ai piani alti della finanza. Così l'uscita improvvisa di Cesare Geronzi dalla presidenza delle Generali ha spinto l'ex Antoine Bernheim a togliersi qualche sassolino dalle scarpe sulla sua defenestrazione, avvenuta contro la sua volontà poco più di un anno fa. «Ho servito la compagnia durante decenni». Cesare Geronzi «ha dato l'impressione di utilizzare Generali per altri scopi rispetto a quello dell'assicurazione» ha affermato il manager ultraottantenne in un'intervista a «Les Echos» che è rimasto comunque presidente onorario del Generali, e sottolineando non senza una punta di veleno che una stagione «Bernheim-Geronzi non è mai esistita». Geronzi, ha rilevato il francese «è stato presidente di Mediobanca durante un periodo in cui ero presidente esecutivo di Generali e avevo, in quel momento, buoni rapporti con lui. Per quanto riguarda la guida della compagnia non posso dire che ci siano stati malintesi all'epoca visto che non ne parlavamo. Sono entrato in quest'azienda nel 1970 e l'ho presieduta due volte, durante dodici anni in totale. Bernheim ha affermato poi di avere «molta simpatia» per il nuovo presidente Galateri, avvertendo perà che lo aspetta «un compito molto difficile» in quanto «Generali è un colosso e non si può agire come se la politica non esistesse». Sulle ragioni delle dimissioni di Geronzi, Bernheim è andato giù duro: «È possibile che alcuni abbiano considerato la presidenza di una società prestigiosa come Generali poco compatibile con il rischio di una condanna giudiziaria». Tutto ineccepibile tranna una caduta di stile sull'amicizia con Vincent Bollorè. Le Generali hanno tolto a Bernheim l'uso dei mezzi di locomozione della società, Bollorè gli aveva consentito l'uso della sua flotta di aerei. Salvo cambiare idea qualche giorno fa. Bernheim se ne è lamentato e gli ha tolto il saluto. Fil.Cal.