Bazoli: indipendenti con l'aumento
Loha sottolineato il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli, durante la conferenza stampa seguita alla presentazione del nuovo piano industriale. «La solidità che questa banca raggiungerà - ha detto Bazoli - è da considerare un bene, anche sotto il profilo dell'indipendenza assoluta. Noi - ha proseguito riferendosi a Parmalat - valuteremo queste grandi operazioni, anche di interesse generale, senza essere minimamente condizionati da pressioni esterne». L'ad Corrado Passera ha aggiunto: «Non faremo mai fare alla banca cose non utili ai nostri azionisti». Intanto ieri mattina a borse chiuse sono stati dati i dettagli dell'aumento di capitale approvato dal consiglio di gestione e dal consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Nel corso dell'Assemblea convocata per il 9-10 maggio 2011 l'operazione sarà sottoposta al vaglio degli azionisti. L'aumento di capitale potrà avvenire mediante emissione di azioni ordinarie del valore nominale di euro 0,52 ciascuna da offrirsi in opzione ai soci titolari di azioni ordinarie e a quelli titolari/portatori di azioni di risparmio. E dovrà essere eseguito entro luglio. L'aumento di capitale, secono la nota, «è volto a rafforzare la dotazione patrimoniale del gruppo Intesa Sanpaolo, garantendo al contempo al gruppo la possibilità di posizionarsi in modo favorevole sul mercato e cogliere le opportunità derivanti dalla futura crescita economica». L'incremento dei coefficienti patrimoniali conseguente all'aumento di capitale, pari a circa 150 punti base rispetto alla situazione risultante dal bilancio al 31 dicembre 2010 (Core tier 1 al 7,9%), consentirebbe al gruppo di «rafforzare il piano industriale e di affrontare il contesto economico di riferimento con una base patrimoniale più ampia». Sempre ieri la banca guidata da Passera ha presentato il piano di impresa triennale che prevede un risultato netto di 4,2 miliardi al 2013 e di 5,6 miliardi al 2015, contro un risultato netto pro forma 2010 di 2,7 miliardi. La politica dei dividendi prevede la distribuzione degli utili che eccedano il 10% di common equity ratio e che non servano a una crescita organica superiore alle ipotesi di piano, per un importo cumulato di 5,3 miliardi nel 2011-2013 e di 13,5 miliardi nel 2011-2015.