Generali, oggi la nomina
Vigilia di una nuova era alle Generali, chiamate oggi alla nomina del proprio 18esimo presidente, dopo la stagione di Cesare Geronzi, la più breve presidenza di cui ci sia traccia nei 180 anni di storia del gruppo triestino. Tutto sembra far pensare che il futuro numero uno sarà Gabriele Galateri, presidente Telecom uscente e figura ben conosciuta ai vertici di Piazzetta Cuccia, dove è stato al vertice tra il 2003 e il 2007 mentre erano direttori generali l'attuale Ad Alberto Nagel e presidente Renato Pagliaro. Su Galateri, a lungo un uomo degli Agnelli, per anni manager Fiat, e più a lungo A.d Ifi e Ifil, sembrano raccogliersi al momento i maggiori consensi. I contatti tra i soci del Leone stanno però proseguendo fitti su una rosa anche più ampia di nomi, tutti di spicco: l'ex ministro e presidente Assogestioni Domenico Siniscalco, l'economista Mario Monti e l'imprenditore della consulenza aziendale Roland Berger (già nei Cda di Fiat, Rcs e Telecom). Nella sede Mediobanca, tra l'altro, si sono recati ieri sia Galateri e sia Siniscalco, con quest'ultimo però che ha parlato di un impegno di lavoro per spiegare la propria presenza nell'istituto. La decisione sul nuovo presidente verrà comunque presa dal corso del consiglio di amministrazione convocato d'urgenza oggi a Roma alle 18, che tecnicamente procederà alla cooptazione del nuovo amministratore e quindi alla sua nomina a presidente. Non dovrebbe invece venir cooptato subito un secondo consigliere, dopo le dimissioni in settimana di Ana Patricia Botin, lasciando la decisione a una seconda fase. Infine, prima dell'assemblea degli azionisti a Trieste, il 30 aprile, un comitato nomine di Mediobanca si esprimerà sulla nuova presidenza della società partecipata. La liturgia in Generali prevede da almeno una cinquantina d'anni che il nome del presidente venga da Mediobanca. Alla nomina di Geronzi, il consenso sul suo passaggio a Trieste venne del resto raccolto soprattutto all'interno della variegata compagine azionaria di Piazzetta Cuccia. La dovuta sensibilità, però, di trovare un'ampia condivisione anche nel consiglio e tra gli altri azionisti si fa sentire questa volta forse un po' più del solito. La truppa dei soci privati delle Generali ha assunto iniziative di sempre maggior peso negli ultimi tempi, soprattutto relativamente al rinnovo della governance, e non ha avuto un ruolo affatto secondario nella clamorosa svolta che ha portato alle dimissioni di Geronzi.