Assist del governo per Parmalat
Il Tesoro scende in campo nella battaglia per sbarrare la strada ai francesi di Lactalis. Lo strumento è quello della Cassa Depositi e Prestiti che, come anticipato da Il Tempo, potrebbe acquisire quote di Parmalat sul modello di quanto avviene in Francia. Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti «ad attivare strumenti di finanziamento e capitalizzazione, analoghi a quelli in essere in altri Paesi europei, mirati ad assumere partecipazioni in società di interesse nazionale rilevante in termini di strategicità». Parmalat, si puntualizza, «è inclusa nella casistica». Non solo. Intesa SanPaolo ha messo a punto una manifestazione d'interesse italiana che presenterà al cda di oggi rendendo possibile il rinvio dell'assemblea a fine giugno. Intanto Lactalis ha comunicato all'Antitrust europeo che «il suo ingresso nel capitale di Parmalat non può essere considerato come una acquisizione del controllo della Parmalat e pertanto, non c'è la necessità di procedere ad una notifica preventiva». Questo significa che i francesi potranno esercitare i diritti di voto per il 29% che possiedono. Tant'è che hanno precisato: Bruxelles è informata sulle operazioni di acquisto e faremo quanto necessario per votare in assemblea. Lactalis non ha superato la soglia del 30% che è rilevante per l'obbligo di opa. Peraltro il superamento della soglia del 30% non comporta l'obbligo di opa laddove la soglia del 30% sia superata per non più del 3% e l'acquirente si impegni a cedere le azioni eccedenti entro 12 mesi e non esercitare i diritti di voto. I produttori di latte sono in allarme. n caso di vittoria dei francesi, Lactalis continuerà a servirsi di latte italiano o si rifornirà in Francia dove costa meno? Gli allevatori del nord producono latte a un costo del 15-20% superiore a quello dei transalpini, tra i 37 e 39,5 centesimi contro i meno 30 della Francia.