Su Parmalat minaccia francese
Un altro pezzo del patrimonio industriale italiano rischia di cadere in mani francesi. Attorno a Parmalat si è scatenata una guerra senza esclusione di colpi con i francesi di Lactalis che hanno presentato una propria lista e hanno già rastrellato l'11,4% del capitale dell'azienda di Collecchio. Nella loro lista figurano tra i nove nomi anche Antonio Sala (manager del gruppo francese in Italia), Marco Reboa e Franco Tatò. L'appuntamento è per l'assemblea del 14 aprile quando verrà rinnovato il consiglio d'amministrazione e allora si andrà alla conta. A contrastare le mire d'oltralpe c'è Intesa SanPaolo con una squadra guidata dall'attuale amministratore delegato Enrico Bondi e composta da personaggi di peso, dall'ad di Wind, Luigi Gubitosi, a manager di lungo corso, come Elio Catania, fino all'industriale Annamaria Artoni. Il numero uno di Intesa Corrado Passera ha spiegato che la strategia è «la continuità con il grande lavoro fatto e per rilanciare internazionalmente l'azienda». A contrastare l'avanzata francese si sono schierati anche i fondi esteri che hanno il 15,3% dell'azionariato (gli scandinavi Skagen, MacKenzie e Zenit). Anche se finora non è stato detto esplicitamente, è possibile che si prefiguri un'alleanza con Intesa in chiave anti-francese. E un indizio è la presenza nella lista dei fondi dell'ex presidente del Consiglio di Gestione di Intesa San Paolo, Enrico Salza, e di Rainer Masera, ex presidente del San Paolo. Non solo. Massimo Rossi designato dai fondi come candidato al ruolo di amministratore delegato di Parmalat, ha escluso in modo «categorico» l'ipotesi di un accordo con Lactalis e ha ribadito che l'obiettivo è di mantenere «l'indipendenza e l'italianità della società aprendo a chiunque abbia la stessa idea», a cominciare da Intesa Sanpaolo. Intanto la Ferrero, interpellata sull'ipotesi della partecipazione a una cordata italiana, si limita a dire che «sarebbe interessata al progetto se maturassero le condizioni». Il governo, intanto, studia una legge antiscalata per proteggere le imprese strategiche italiane. E proprio al modello francese guarda il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ieri ne ha parlato in Consiglio dei ministri, in vista di un prossimo provvedimento del governo. L'intenzione è stata anche esposta all'ambasciatore francese in Italia, Jean-Marc de La Sabliere. In attesa della legge il ministro Sacconi confida che «ci siano energie e capacità in grado di proporsi adeguatamente» Gran rally per il titolo che ieri ha guadagnato il 4% a 2,60 euro dopo aver segnato un massimo di 2,6320 euro.