Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Elkann: per Fiat andare all'estero non significa lasciare l'Italia

L'ad Fiat Sergio Marchionne con il neo-presidente Fiat Elkann

  • a
  • a
  • a

«Andare all'estero non significa che quello che c'è in Italia si riduce». Questa volta è il presidente della Fiat e di Exor, John Elkann, a lanciare messaggi rassicuranti sulle prospettive del gruppo torinese dopo la fusione con Chrysler. E lo fa in una intervista al Financial Times che gli dà gli onori di un lungo ritratto nel quale ripercorre le tappe della sua vita professionale, dagli inizi, ventenne, quando lavorava in incognito in una fabbrica per l'assemblaggio di fari a Birmingham, all'incontro con Marchionne. Sempre sul quotidiano inglese si fa notare che contrariamente alle previsioni di molti analisti, che avevano previsto un ruolo di secondo piano per il rampollo degli Agnelli, Elkann è stato colui che ha portato Marchionne alla guida di Fiat e che ha dato il via libera alla possibile diluizione della quota detenuta dalla sua famiglia, aprendo così la strada alla conquista del 20% di Chrysler e alla successiva operazione di spinoff. Elkann sottolinea che Fiat «è un grande esempio di come una società italiana possa crescere all'estero e accettare la sfida dei mercati mondiali. L'orgoglio per le proprie radici non dovrebbe essere un freno per la crescita».  Poi spiega che Exor, la società di investimento controllata dalla famiglia Agnelli, ha a disposizione oltre un miliardo di euro per nuovi investimenti. Ulteriori risorse potrebbero derivare dall'uso della leva finanziaria (in ragione non superiore al 20%) e dal ricavato di disinvestimenti. Tra questi, conferma Elkann, potrebbe esserci Alpitour, la cui vendita potrebbe essere presa in considerazione «se si presentasse una buona occasione». «Dobbiamo anzitutto accettare la sfida con il mondo - afferma Elkann - ci sono un sacco di opportunità, ma dobbiamo attrezzarci per essere in grado di affrontare meglio i problemi». Exor quindi è pronta a «dare il suo sostegno all'ipotesi di una diluizione della quota del 30% in Fiat a fronte di un progetto finalizzato a creare una società di maggiori dimensioni». Elkann elogia Marchionne, «non avremmo potuto avere un partner migliore, possiede un enorme talento»

Dai blog