Effetto Libia sui prezzi Oro e petrolio record
L'allarme petrolio è scattato. E anche l'oro ha raggiunto la quotazione record di 1.432,57 dollari l'oncia. La spirale greggio-inflazione si è essa in moto con conseguenze sull'economia che al momento sfuggono a qualsiasi previsione. Sta di fatto che qualora le tensioni in Libia e in Nord Africa dovessero continuare a lungo, i piani europei per l'uscita dalla crisi economica dovranno essere rivisti. I rischi che venga compromessa la crescita sono reali anche perché se dovesse continuare il trend rialzista dell'inflazione la Bce sarà costretta a operare una stretta del costo del denaro. Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha detto che un sostenuto aumento dei prezzi del petrolio rappresenta una minaccia potenziale per l'economia Usa, anche se al momento difficilmente avrà un grosso impatto. Poi ha assicurato, parlando di fronte alla Commissione bancaria del Senato, mano ferma nel reagire di fronte ai rischi di una fiammata globale dei prezzi delle materie prime. Se la tempistica di una stretta monetaria da parte della Fed appare ancora lontana (gli economisti puntano sull'inizio del 2012), è chiaro che comunque la Fed comincia a ragionarci, sia pure alla lontana. Il greggio ieri ha registrato l'ennesimo aumento. Il Brent ha toccato il massimo di 114,66 dollari al barile mentre a New York il Light crude è salito di 1,84 dollari a 98,81 dollari. Ieri come una doccia fredda sono arrivati i dati dell'inflazione e Bruxelles è stata costretta a rivedere al rialzo le sue previsioni per il 2011: +2,2% nell'Eurozona, +2,5% nell'intera Ue. In entrambe i casi si tratta di un balzo in avanti di ben quattro punti rispetto alle precedenti stime, e che riguarda tutte le principali economie del Vecchio Continente. Non fa eccezione l'Italia, dove l'indice dei prezzi al consumo, sottolinea l'Istat, si porta ai massimi da oltre due anni, attestandosi in febbraio al 2,4% dal 2,1% di inizio anno. La Commissione Ue, nel presentare le sue nuove previsioni economiche, non ha nascosto il pericolo di un effetto Libia, che alla lunga potrebbe incidere sulla già fragile ripresa dell'economia europea. Soprattutto in quei Paesi dove la crescita del pil resta moderata. Ripercussioni immediata alla pompa. In Italia il prezzo della super è arrivato a 1,58 al litro facendo lievitare i prezzi degli alimentari e delle tariffe. Bisogna tornare al novembre 2008 per trovare un tasso di inflazione più elevato del 2,4%: allora, infatti, l'indice dei prezzi al consumo era salito al 2,7%. A incidere sul nuovo picco di febbraio, spiega l'Istat, è innanzitutto l'impatto del caro-greggio sui prezzi di benzina (+11,8% su base annua) e gasolio (+18% per i mezzi di trasporto, +17,2% per il riscalamento). Ciò si ripercuote inevitabilmente sulle tariffe nel settore dei trasporti, che nell'ultimo mese hanno fatto registrare un vero e proprio boom, con aumenti dell'1,8% per i treni, del 3,3% per i biglietti arerei e del 7% per il trasporto marittimo. Ma dietro la nuova impennata inflazionistica c'è anche il rincaro delle materie prime che trascinano al rialzo molti generi alimentari: dal pane (+1,2% su base annua), alla frutta fresca (+2,4%), ai formaggi e latticini (+3,7%). Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, non ha nascosto di essere molto preoccupato per «la dinamica dei prezzi energetici e delle materie prime alimentari, sospinta dalla domanda dei Paesi emergenti, dai fattori di instabilità e dalle pressioni speculative». Intanto torna la debolezza tra le Borse mondiali, zavorrate dai rincari del petrolio. A pesare anche il crollo della piazza dell'Arabia Saudita, Riyad ha chiuso al meno 6,8 per cento, il calo più forte fin dal novembre del 2008, dopo esser arrivata a perdere fino all'8 per cento tra rinnovati timori di un effetto contagio della deriva violenta degli scontri in Libia ad altri paesi del mondo arabo. A Milano il Footsie-Mib ha siglato la seduta al meno 1,06 per cento. Giù anche Londra, con un meno 0,97 per cento in chiusura, Parigi meno 1,05 per cento, Francoforte meno 0,68 per cento.In settimana si riunirà il board della Bce e con l'inflazione tornata sopra la soglia di riferimento del 2%, si rafforza l'ipotesi di un lieve aumento dei tassi, da parecchi mesi fermi all'1% (il minimo storico).