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Unicredit pronto a congelare i libici

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Ametterlo nero su bianco, al termine di un cda di 4 ore che ha preso in esame la situazione nel nord Africa e in particolare in Libia, è stato il presidente di Piazza Cordusio, Dieter Rampl. In una nota, diffusa al termine del board, il banchiere ha rilevato che «in ogni caso, la decisione circa l'esercizio del voto da parte degli azionisti libici, quando dovuta, si fonderà sulla più attenta valutazione dei fatti da parte della banca». Central bank of Libya e Libyan Investment Authority (Lia) detengono in Unicredit rispettivamente il 4,98% e il 2,59%. Quote distinte ma che, se sommate, portano la partecipazione libica al 7,5%. Per questo alcuni dei grandi soci della banca, la scorsa estate, avevano posto il dubbio che i due azionisti potessero essere considerati come soggetto unico. A tal proposito Rampl, nella nota, ha ricordato che, «nell'interesse di tutti gli azionisti e nel rispetto del ruolo delle autorità, si sono sviluppati nel corso degli ultimi mesi positivi contatti finalizzati al chiarimento della situazione che si è venuta a creare». Rampl ha però, mostrato «preoccupazione perchè non siamo riusciti a contattare il nostro vicepresidente Farhat Bengdara» che è anche il governatore della Banca centrale libica.

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