La Germania non ci sta No a Draghi capo della Bce
Dopo il Financial Times è la volta del Wall Street Journal. «Draghi sarebbe un buon candidato per la successione a Trichet ala guida della Bce, se non fosse italiano». Il giornale finanziario ha dedicato ieri due articoli alla corsa per l'Eurotower. Sotto il titolo «Draghi non convince i tedeschi: è italiano», sottolinea «il potere di veto» della Germania nella scelta del prossimo presidente e ricorda le difficoltà del Cancelliere Angela Merkel che «non vuole scatenare la furia popolare mettendo alla guida della moneta unica qualcuno che venga da un indebitato paese mediterraneo». Il pregiudizio che domina in Germania è che i Paesi del Nord Europa sono più attenti al rigore dei conti mentre quelli del Sud avrebbero una propensione più spiccata al debito. A questo si aggiunge che l'Italia si porta dietro la macchia di Paese «indisciplinato» con un alto debito pubblico e un'evasione incontrollata. Il Wall Street Journal spiega che mentre «gli economisti tedeschi affermano che è ingiusto scaricare su Draghi la storia di scarsa disciplina fiscale dell'Italia, nel dibattito pubblico in Germania, che spesso ha toni emotivi, il suo curriculum conta meno della reputazione dell'Italia». A pesare, inoltre, c'è il fatto che il vicepresidente della Bce è un banchiere di un Paese dell'Europa meridionale, il portoghese Constancio, a suo tempo sostenuto proprio dalla Merkel. Una tacita tradizione quindi vorrebbe che con un vicepresidente del Sud Europa ci sia un presidente proveniente da un Paese del Nord. Nello stesso numero il Wsj ha intervistato Nout Wellink, presidente della banca centrale olandese, che entra ufficialmente in corsa ricordando la propria esperienza anche a livello internazionale, dicendosi alla ricerca di «sviluppi futuri» ad alto livello. Una candidatura forte sulla quale, tuttavia, pesa il fatto che dei soli due presidenti avuti dalla Bce nella sua storia, uno era appunto olandese. La scelta del nuovo presidente della Bce è la nomina più importante negli ultimi decenni di vita delle istituzioni europee, perché è una dichiarazione politica sulla volontà e la capacità dei paesi di Eurolandia di risolvere la crisi. Nei giorni scorsi, per bloccare le voci di un fuoco di sbarramento tedesco a Draghi proprio perchè italiano, è intervenuto il portavoce del governo tedesco dicendo che il successore di Trichet non sarà scelto in base al passaporto. Una precisazione che però è ben lontana da una investitura. Il Financial Times in un lungo editoriale di alcune settimane fa scrissi che «la cosa migliore sarebbe che la Merkel facesse di Draghi il proprio candidato, mentre la peggiore sarebbe una lotta lunga e dura, conclusa con la nomina di un terzo candidato. Una vera calamità per l'Eurozona».