Fiat non abbandonerà l'Italia

«Nessuno può accusare la Fiat di voler abbandonare l'Italia». Dopo l'incontro di sabato scorso con il governo, ieri l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, in audizione alla Camera, ha ribadito che non ha intenzione di trasferire la sede da Torino a Detroit. Davanti ai deputati, vestito insolitamente con giacca e cravatta, Marchionne ha chiarito punto per punto i temi attonro ai quali si è sviluppata la polemica in queste ultime settimane. Ha ribadito che «nessuno può accusare la Fiat di comportamenti scorretti, di vivere alle spalle dello Stato o di voler abbandonare il Paese» e ha confermato il piano di investimenti. «Abbiamo progetti ambiziosi che partono proprio dall'Italia e si ispirano su uno sforzo globale». E dal momento che la fusione con Chrysler porterà alla nascita di un gruppo globale la struttura futura prevederà che il «cuore sia a Torino ma la testa in più posti». Ha quindi ribadito che ci sarano quattro centri direzionali. «A Torino per gestire le attività europee, a Detroit per quelle americane, ma anche in Brasile e, in futuro, una in Asia». Si tratta comunque di discorsi prematuri. Il manager ha precisato che comunque una decisione sul quartier generale della Fiat non è stata ancora presa. «Una volta che Chrysler sarà quotata e avremo due società in due mercati diversi, si porrà un problema di governance. La scelta della sede legale non è ancora stata presa. Se si realizzeranno le condizioni» rispetto al progetto Fabbrica Italia, «allora il nostro Paese sarà in grado di mantenere la sede legale». Poi ha fatto intendere che ormai non si può più ragionare con una prospettiva solo italiana. «Non è vero che solo Fiat ha salvato Chrysler, ma è vero anche il contrario: il nostro futuro è legato a doppio filo». Quanto a Mirafiori «è l'emblema della tradizione industriale del Paese». I passi a medio termine sono la produzione entro il 2014 di un milione di auto mentre dalla seconda metà del 2011 ci sarà il lancio di sette nuovi modelli. «Tra i veicoli commerciali ci saranno 34 nuovi modelli nel giro di cinque anni, due terzi prodotti da Fiat, mentre 13 da Chrysler». Nel futuro a breve, entro il 2012, c'è anche il ritorno dell'Alfa Romeo sul mercato americano mentre entreo la fine dell'anno ci sarà il lancio della nuova Panda nello stabilimento di Pomigliano. Lo sviluppo del gruppo avrà consgeuenze positive per i lavoratori. Marchionne ha prospettato l'aumento dei salari a livello di Francia e Germania se ci sarà un incremento dell'utilizzo degli impianti a una percentuale dell'80% rispetto all'attuale 40%.