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Il Fisco si riprende 24,5 miliardi

Guardia di Finanza

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La lotta ai furbetti che frodano il fisco paga. Nel 2010 l'azione congiunta dell'Agenzia delle Entrate, Inps ed Equitalia ha riportato in cassa, ovvero in denari sonanti, oltre 25 miliardi di euro tra imposte, tasse e contributi. Un risultato che rende felice il ministro dell'Economia che sui fondi recuperati ha impostato parte delle ultime manovre finanziarie. Ma anche un segnale che rincuora i contribuenti onesti, in genere dipendenti, che mal sopportano di pagare anche per i disonesti. «L' evasione, seppur lentamente, si sta riducendo», ha sottolineato il direttore delle Entrate Attilio Befera, indicando però la priorità di un cambiamento culturale nei confronti di chi evade, senza il quale non si potranno ridurre le tasse. Il bottino complessivamente recuperato è così suddiviso: 17,1 miliardi dalle Entrate (+15%); 6,4 miliardi dall'Inps (+12%), 1,9 miliardi da Equitalia per le altre amministrazioni pubbliche, +19% (ma Equitalia segna nel complesso riscossioni per 8,9 miliardi). Una somma che vale 1,6 punti di Pil. Un dato però ancora provvisorio che è «destinato nelle prossime settimane a crescere anche se marginalmente», ha precisato Befera parlando di «risultato mai raggiunto». Nel 2009 i tre enti insieme avevano riscosso 16,4 miliardi, mentre nel 2008 ne avevano recuperati 11,9. Escludendo dal totale dei 25,4 miliardi le minori compensazioni di crediti di imposta (6,6 miliardi, per le quali sono partite 20.000 segnalazione dagli uffici per compensazioni fraudolente) - nel 2008 e 2009 non c'era la stretta imposta con le recenti normative -, risulta che nel 2010 gli incassi dalla lotta all'evasione sono cresciuti del 14,6% rispetto all'anno precedente. Ottimista anche il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua: «Vorremmo consolidare la capacità di raccogliere cifre sempre più consistenti». Il presidente Inps ha sottolineato l'importanza del contrasto al lavoro nero: «Chiudiamo il 2010 con 70 mila lavoratori in nero scoperti». Resta tuttavia ancora un ostacolo: l'atteggiamento culturale nei confronti di chi evade. «Se non cambia la cultura per cui chi evade è più furbo, allora non si potrà parlare della possibilità di ridurre le imposte. In Italia si evadono 100 miliardi, o cambia la cultura o sarà sempre una lotta molto difficile», ha avvertito Befera.

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