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Un'azienda in crescita anche in un momento di difficile congiuntura economica, e un amministratore delegato che scommette su altri progressi

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Èquesta l'immagine di Terna spa che viene fuori dal piano industriale 2011-2015 presentato ieri dall'ad Flavio Cattaneo. L'obiettivo ambizioso è quello di investimenti nella rete di trasporto dell'energia elettrica pari a 5 miliardi di euro. Cattaneo forte di due mandati di risultati in crescita, da «semplice lavoratore, magari ben retribuito», mostra di voler restare saldo al vertice dell'azienda. Anticipando le domande su un possibile trasloco in altri gruppi (il gossip del totonomine lo ha indicato alla guida sia di Enel che di Finmeccanica) Cattaneo rimette la decisione su un possibile terzo incarico a Terna, «all'azionista», vale a dire il Tesoro, in via diretta (6,14%) e attraverso la Cdp (29,99%). L'appuntamento su questo tema è comunque rinviato all'assemblea dell'11-12 maggio sul bilancio e per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Ma veniamo ai conti. Terna ha chiuso il 2010 con ricavi (+14% a 1,58 miliardi di euro il dato preliminare) e redditività (+17% a 1,17 miliardi il Mol) in crescita e con investimenti sulla rete saliti del 30% a circa 1,2 miliardi (rpt, 1,2 miliardi). Risultati che hanno indotto il cda a proseguire nella strategia, impiegando da qui al 2015 un ulteriore miliardo di euro all'anno per gli investimenti nelle attività regolate, a cui si aggiunge un altro miliardo complessivo per attività non tradizionali, come il fotovoltaico e l'efficienza energetica. Un programma di investimenti a cui fa da contraltare una crescita dell'indebitamento netto, salito nel 2010 da 3,75 a 4,72 miliardi, e che a fine 2011 raggiungerà quota 5,3 miliardi. Aumenterà poi di 2,6 miliardi rispetto al dato attuale nel 2015, restando però al di sotto della soglia del 60% rispetto al capitale investito, mentre la redditività si porterà dall'attuale 74% al 78% dei ricavi. In «lieve aumento», intanto, come ha sottolineato il presidente Luigi Roth, i consumi di energia attesi per fine anno. Confermato un dividendo in crescita del 4% annuo da qui alla fine del piano e possibili extracedole sono previste in caso di plusvalenze sul eventuali cessioni, con l'impegno formalizzato da Roth a «distribuire un terzo in dividendo». Cattaneo non ha escluso acquisizioni ma solo se valgono veramente, anche se la priorità è per le operazioni in Italia: «Terna - ha spiegato l'ad - ha speso 4 miliardi in Italia e se consideriamo l'estero ne ha spesi 5 o 6».

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