Marchionne da Berlusconi
L'appuntamentoè fissato per le 11.30. Ma Sergio Marchionne prima di incontrare i ministri economici e il sottosegretario Gianni Letta vedrà a quattr'occhi Berlusconi. Un faccia a faccia al quale parteciperà anche il presidente del Lingotto John Elkann, richiesto dal premier dopo che l'amministratore delegato della Fiat aveva ventilato la possibilità del trasferimento della sede del Lingotto da Torino a Detroit. Un'ipotesi subito minimizzata e ridimensionata dallo stesso Marchionne ma che ha messo in allarme i sindacati e il governo. Oggi quindi l'ad sarà chiamato a fornire chiarimenti sul piano Fabbrica Italia e sul futuro Fiat-Chrysler. È probabile che il manager ripeterà quello che ha detto due giorni fa a Detroit, ovvero che nel futuro del gruppo ci saranno quattro centri direzionali e che Torino sarà uno di questi relativamente all'Europa. Ma che comunque sono discorsi prematuri dal momento che il nodo della governance e del quartier generale del gruppo Fiat-Chrysler, sarà affrontato non prima del 2014. Ciò renderebbe «ingiustificati gli allarmismi» come di recente il manager ha detto dagli Usa. Il tavolo a Palazzo Chigi sarà allargato alle istituzioni locali piemontesi, guidate dal governatore Roberto Cota. All'incontro il governo chiederà garanzie sugli stabilimenti italiani. I ministri farano presente l'impegno del governo a sostegno degli accordi di Pomigliano e Mirafiori e per portare a soluzione la vicenda di Termini Imerese, dove lo stabilimento del Lingotto cesserà la produzione a fine anno, traghettandolo verso una riconversione da oltre un miliardo di euro. A fronte di questo impegno, si chiederà che la Fiat resti una multinazionale italiana. Ovvero che mantenga la sede in Italia e confermi gli investimenti da 20 miliardi di euro, previsti dal piano sino al 2014. In attesa dell'incontro la Fiom e la Cgil si dicono scettiche sui risultati. Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni incalza: «La Fiat ci deve dare anche garanzia circa l'investimento previsto in tutti i siti produttivi italiani». Intanto ieri il cda di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, ha nominato amministratore delegato John Elkann, che mantiene anche la carica di presidente. Oltre al nuovo ruolo operativo di Elkann, lo statunitense Tobias Brown è stato nominato chief investment officer, Alessandro Nasi sarà il responsabile delle attività americane e l'attuale Chief Financial Officier, Enrico Vellano, delle funzioni centrali. Carlo Sant'Albano sarà presidente di Cushman & Wakefield, controllata da Exor e Aldo Mazzia lascerà la società per assumere incarichi operativi nella Juventus. «Queste nomine rappresentano un importante passo in avanti delal società» ha commentato Elkann. L.D.P.