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Della Valle ancora contro Geronzi «Un grande vecchio che conta troppo»

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Inuna intervista a Gad Lerner all'Infedele su La7, l'imprenditore marchigiano ha spiegato alcune recenti dichiarazioni sulla governance della Rcs. Parlando dei «grandi vecchi che contano troppo» in Rcs, ha precisato che voleva riferirsi al presidente delle Generali, Geronzi. E poi l'affondo: «Il suo atteggiamento non rispecchia il mio modo di pensare e vedere le cose ognuno ha le proprie idee, dopodichè ritengo che dobbiamo guardare avanti, pensare che certi atteggiamenti del passato sono definitivamente tramontati. Oggi il mondo è cambiato, i manager vogliono guidare le aziende rispondendo solo del proprio lavoro». L'imprenditore marchigiano si spinge oltre e afferma che «se fosse libero di scegliere sarebbe pronto a salire, ma moltissimo, in Rizzoli visto che l'azienda ha un grande futuro». Poi è tornato sulle critiche alla governance della Rcs. «Io ho fatto una riflessione precisa e ho ricordato che ci sono luoghi delegati a prendere le decisioni. Nel caso della Rizzoli è il consiglio di amministrazione». Poi ricostruisce la catena degli eventi: «Tutto questo nasce da lettere fantomatiche mai esistite che avrebbero dovuto sfiduciare il direttore e uno dei firmatari dovevo essere io. Ho colto l'occasione per dire attenzione, noi dobbiamo portare rispetto per la nostra casa editrice, chiunque voglia dire qualcosa ha i luoghi dove poterlo fare, la Rizzoli ha un consiglio di amministrazione di primissimo ordine. E quindi mi sembrava indelicato tentare di spostare il centro di potere fuori dal consiglio...» Poi si è inserito nel dibattito sul direttore del Corriere della Sera che di recente ha animato il gossip dell'editoria. «De Bortoli e l'ex direttore Paolo Mieli hanno tutti e due la personalità che gli permette di essere indipendenti e la scorza necessaria per non aver paura di niente. Gestivano forse con un tocco diverso, ma nei risultati finali io non ho visto grandi differenze».

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