Tremonti: Draghi alla Bce

Lacorsa per la presidenza della Bce è ufficialmente iniziata. Il numero uno della Bundesbank, Axel Weber, in un incontro chiarificatore con il Cancelliere Angela Merkel ha annunciato che lascerà la guida dell'istituto centrale tedesco a fine aprile, con un anno in anticipo per «motivi personali» e che non intende candidarsi per la successione a Jean-Claude Trichet per la guida della Banca Centrale europea. A questo punto in pole position per questa poltrona c'è Mario Draghi. A fine marzo cominceranno i negoziati sul prossimo numero uno della Bce, ma già ieri il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha lanciato la candidatura del governatore di Bankitalia. «È un'ottima candidatura e sarà sostenuta dal governo» ha detto il ministro precisando che la questione «non è materia nazionale». Infatti presto il tema del dopo-Trichet sarà al centro dell'attenzione in Europa. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, i veri negoziati per il successore del banchiere centrale francese (il cui mandato scade a ottobre) cominceranno a fine marzo e - scriveva questa settimana il Financial Times - «se Weber si fa da parte, Draghi appare la scelta più probabile». A questo punto Berlino che puntava tutto su Weber resta senza un candidato. Ma la partita è più ampia, poichè riguarda anche la prevista soluzione comune per la crisi dell'area euro. Ieri c'è stato un vertice franco tedesco durante il quale il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble e l'omologa francese Christine Lagarde hanno concordato sulla necessità che un ampio pacchetto di misure sia concordato «entro la fine di marzo» con i partner europei. D'accordo anche che la revisione del Patto Stabilità e le riforme per rilanciare la competitività vadano di pari passo. Un patto franco-tedesco che «per noi va abbastanza bene», ha commentato Tremonti, secondo il quale «l'Italia ci guadagna» dall'intesa portata avanti dalla Merkel e dal presidente Nicolas Sarkozy. Questa prevede, fra l'altro, per gli stati dell'Eurozona di abolire l'indicizzazione dei salari, di aumentare l'età pensionabile, di introdurre nelle Costituzioni nazionali limiti per l'indebitamento. Tremonti ha poi sottolineato che bisognerebbe spiegare alla pubblica opinione che la crisi non è partita tanto dai conti pubblici fuori controllo di alcuni paesi ma dalle banche (e «in questi termini va gestita») anche quelle dei Paesi «con rating tripla A» che ora puntano il dito contro gli altri. Tremonti ha quindi ribadito che l'Italia «è immune dal contagio della crisi, nonostante l'alto debito, e può contare sulla seconda manifattura d'Europa. Inoltre il debito aggregato (pubblico-privato) è inferiore a quello della Germania e Francia. Infine ha smentito l'ipotesi che l'Europa vorrebbe imporre una manovra da 30 miliardi.