Diego Della Valle torna a criticare Cesare Geronzi.
L'imprenditoremarchigiano, secondo quanto riportano alcuni partecipanti al consiglio, ha attaccato Geronzi rilanciando il tema già sollevato al cda della compagnia triestina (Della Valle è anche consigliere delle Generali). In quelal occasione aveva chiesto di valutare la cessione della partecipazione sindacata in Rcs. Così ieri è tornato alla carica. Ieri il cda di Rcs aveva all'ordine del giorno il preconsuntivo 2010 ma è stata anche l'occasione per numerosi consiglieri per esprimere la propria opinione sull'andamento del gruppo e nel confronto è stata espressa fiducia e stima per il lavoro del direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. Della Valle, secondo quanto è stato riferito al termine del consiglio, ha voluto spiegare le motivazioni delle sue recenti dichiarazioni espresse anche pubblicamente: il cda è il solo soggetto qualificato a decidere sulla gestione e deve essere tenuta fuori dal consiglio ogni influenza esterna. Il prossimo appuntamento di confronto tra i soci è rinviato al 16 febbraio quando è in agenda una riunione del patto di sindacato dove sono presenti sia Geronzi sia Della Valle. Nel corso del cda è stato fatto cenno alle questioni sindacali del Corriere della Sera. Nel pomeriggio il comitato di redazione del Corsera ha firmato un verbale di accordo sulla «multimedialità», documento che andrà, come prassi, al vaglio dell'assemblea dei redattori e ad un referendum, all'inizio della prossima settimana. Guardando ai conti di Rcs emerge che i ricavi consolidati si attestano a 2,255 miliardi nel 2010, in miglioramento del 2,2% (49 milioni) rispetto al 31 dicembre 2009. La performance positiva è attribuibile «principalmente alla crescita del 7% registrata dai ricavi pubblicitari, alla sostanziale tenuta dei ricavi editoriali e diversi e al buon andamento dell'area Libri, che compensa il rallentamento dei ricavi da prodotti collaterali in Italia e Spagna». L'indebitamento finanziario netto si riduce «ulteriormente di 86 milioni rispetto al 31 dicembre 2009 e si attesta a 971 milioni grazie al forte miglioramento del cash flow della gestione tipica».