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L'economia riparte con gli investimenti

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debitopubblico. L'Europa tiene basso il costo del denaro anche per una inflazione contenuta. Artificiosa convinzione considerando che la capacità di spesa e di risparmio della famiglia italiana sono fortemente diminuite. Torniamo al debito pubblico. Per onorare un debito si deve avere un reddito sufficiente, altrimenti si vende l'argenteria. Nel caso dello Stato italiano la bassa crescita economica è causata in primo luogo dalla crisi mondiale e poi da un retaggio, sorta di peccato originale, di economia dirigistica. Soltanto rivoluzioni violente cancellano il passato. Da noi fortunatamente pur con scomposti proclami di golpe, viviamo in uno stato democratico. Le anomalie partono da lontano quando un forte partito comunista impediva alternanze governando sottobanco attraverso compromessi più o meno storici. Quando i governi accontentano tutti la conseguenza è il debito. Si è aperto un dibattito. Con proposte più o meno condivisibili. Tutti sono contro la patrimoniale. È positivo che si cominci a discutere come diminuire o abbattere il debito pubblico. Le intelligenze del paese senza trincerarsi dietro dinieghi o ideologie, ahimè scomparse, devono dare contributi di idee in modo serio. Queste servono a ricordare l'importanza della coscienza civica radicata più nei cittadini che da chi li rappresenta. L'economia riparte se si investe. Soprattutto in infrastrutture. Ma con quali soldi? Questi si potranno trovare sei i polli di Lorenzo smettessero di beccarsi strumentalmente come bambini viziati e proponessero soluzioni.

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