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Tablet e kebab per misurare l'inflazione

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Leonardo Ventura Cambiano le abitudini di spesa degli italiani un po' per la tecnologia un po' per le trasformazioni sociali. Così il paniere con il quale l'Istat misura l'inflazione si aggiorna. E inserisce le ultime novità che caratterizzano il profilo di spesa degli italiani. Entrano l'I-pad, il kebab, mentre esce l'affitto dei dvd dalla videoteca. Complessivamente per il 2011 si contano un addio e cinque new entry. Infatti, oltre ai pasti lampo in punti ristoro turchi, nord africani, cinesi, giapponesi e ai computer tavoletta dotati della tecnologia touchscreen (cosiddetti tablet-pc), entrano i biglietti che consentono l'utilizzo di più mezzi pubblici (servizi di trasporto extraurbano, multimodale, integrato), validi, ad esempio, sia per le ferrovie sia per la metro; gli ingressi ai parchi nazionali, ai giardini zoologici e botanici; e il salmone affumicato. Tutti prodotti che sono lo specchio di una società che cerca di risparmiare tempo, optando per cibi veloci, accoglie bene tutto ciò che garantisce efficienza e anche in tempi di crisi non si priva dei gadget dell'high tech. Per quest'anno il paniere dell'Istat non solo è stato modificato, adeguando la lista delle voci ai comportamenti degli italiani e alle novità del mercato, ma è stata anche rivista tutta la sua struttura. Si tratta, spiega l'Istituto, di «un nuovo e più articolato schema di classificazione della spesa per consumi», aumentano i settori di riferimento (a 319 da 204) e, così, ai allunga anche l'elenco dei beni e servizi considerati, che arriva a quota 1.377. Riguardo al peso attributo ai diversi capitoli di spesa, segnano aumenti i trasporti, l'abitazione (compresa l'acqua, l'elettricità e i combustibili), la sanità e l'istruzione. Mentre cala il contributo all'inflazione da parte del settore dei mobili. Quanto alle città usate come «termometro» del carovita, i comuni capoluogo di provincia che concorrono al calcolo degli indici sono diventati 85 (erano 83 nel 2010). Intanto l'inflazione a gennaio balza al 2,1%, l'aumento più alto dal dicembre del 2008, spinta dai carburanti, in particolare dalla benzina, e dai prodotti alimentari. Con l'inizio 2011 il carovita accelera, così, la sua corsa e dall'1,9% di dicembre arriva a superare la soglia di riferimento della Bce (2%). Sulle cifre record pesa l'effetto del caro-energia, con la verde che a gennaio è tornata a mettere a segno aumenti a doppia cifra. Un'altra spinta ai rincari di gennaio è arrivata dai prodotti per la tavola, con i prezzi della verdura fresca saliti dell'11,7% sull'anno precedente.

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