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I sindacati pessimisti sul vertice governo-Fiat

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Isindacati non ripongono alcuna fiducia in questo vertice e sono convinti che ormai il progressivo disimpegno della Fiat dall'Italia sia inarrestabile. La Cgil ieri ha rinnovato la richiesta al governo affinchè si mobiliti per far rimanere «la testa pensante del gruppo Fiat in Italia». Ma poi si è detta pessimista sull'esito dell'incontro: «Temo che sia una modalità per raccontarci un'altra favola e non per discutere veramente del piano». Il segretario della Cisl Bonanni è invece intenzionato a chiedere un incontro con Fiat in separata sede. Poi con una frecciata alla Cgil ha sottolineato che «serve chiarezza più che la volontà di piantare grane». Pessimista sul vertice anche la Uil che parla di «ennesima puntata del teatrino in cui il governo farà la sua parte». Il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia lancia messaggi rassicuranti: «non è all'ordine del giorno nè lo spostamento della sede nè della parte progettazione a Detroit». Intanto si va verso l'accordo separato, senza la firma della Fiom, sui permessi sindacali. L'intesa prevede la riduzione delle ore di permesso sindacale retribuito concesse dall'azienda in aggiunta a quelle previste dalla legge. Per la Fiom è un altro tentativo di «introdurre per tutti gli stabilimenti le stesse norme imposte alle newco di Pomigliano e Mirafiori». Mentre sale la polemica, Marchionne parlando al magazine Forbes, continua a tessere elogi al sistema americano. «La grande cosa di questo Paese è la capacità di imparare». L.D.P.

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