Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Fatturato trainato dalle attività estere. L'indebitamento scende sotto i 45 miliardi

default_image

  • a
  • a
  • a

Enelchiude un 2010 con un risultato da incorniciare. Secondo i dati preliminari esaminati ieri dal cda del gruppo elettrico il fatturato dello scorso anno è stato il più alto della sua storia: 73,4 miliardi di euro (+14%). Mentre l'Ebitda (il risultato legato alla gestione industriale) è cresciuto del 6,7% a 17,5 miliardi, superiore ai 16 miliardi del piano industriale. Bene anche il livello dell'indebitamento. A fine 2010 è stato pari a 44,9 miliardi, 100 milioni in meno rispetto ai 45 miliardi dell'obiettivo prefissato. Risultati che consentiranno un utile ordinario (senza plusvalenze) che potrebbe superare i 4 miliardi. In ogni caso i conti consentiranno all'ad di presentarsi con le carte in regola per la partita del rinnovo dei vertici delle aziende pubbliche che comincia a breve. Per Conti il gruppo elettrico ha «pienamente rispettato gli impegni presi con il mercato e superato gli obiettivi annunciati». I dati preliminari consolidati del 2010 esaminati ieri , che anticipano i conti veri e propri previsti per la metà di marzo, tracciano il quadro di un'azienda in crescita, anche grazie al consolidamento integrale delle attività di Endesa a partire dalla fine del giugno 2009. Il fatturato, il più alto della storia dell'Enel, ha toccato quota 73,4 miliardi di euro (+14%), essenzialmente grazie all'incremento dei ricavi da vendita di energia elettrica nei mercati esteri e per il cambio del metodo di consolidamento di Endesa. Anche sull'ebitda, che è in crescita del 6,7% a 17,5 miliardi, sopra i 16 miliardi del piano industriale, hanno inciso la crescita delle attività internazionali e il consolidamento integrale della controllata spagnola. Con questo margine lordo, ha commentato Conti confermando dichiarazioni diffuse di recente, si può «prevedere per il 2010 un utile netto consolidato ordinario superiore ai 4 miliardi indicati al mercato». Un risultato che può far sperare gli azionisti in un ritocco anche piccolo, del dividendo, che viene calcolato per l'appunto sull'utile ordinario, vale a dire quello al netto delle plusvalenze legate alle dismissioni e di altre voci straordinarie. Quanto all'indebitamento finanziario netto, la flessione a 44,9 miliardi, dai 50,9 miliardi di fine 2009, è lievemente migliore dell'obiettivo, che era stato fissato a 45 miliardi. Una contrazione «significativa», che «riflette essenzialmente gli effetti sia delle dismissioni di asset realizzate nel corso del 2010, sia del buon andamento dei flussi di cassa derivanti dalla gestione operativa».

Dai blog