Dietro lo scontro l'assetto del Corsera
Dalladata di nascita, febbraio 1876 il Corsera ha visto mutare più volte il suo assetto proprietario e i suo equilibri politici, magari all'interno della stessa compagine azionaria. L'obiettivo è facilmente comprensibile: chi controlla Rcs, la scatola finanziaria che lo possiede, ha un peso preponderante nell'editoria italiana attraverso quel simbolo prima della borghesia milanese poi di tutti i moderati italiani, sopravvissuto allo scandalo della P2 e di nuovo protagonista delle vicende degli ultimi decenni. Nel 1974, dopo oltre novant'anni, la proprietà passa dalla famiglia Crespi ai Rizzoli, dall'anno prima anche gli Agnelli sono nellazionariato con una quota di minoranza poi ceduta a Rizzoli e 'ripresà negli anni Ottanta. Travolto dalle vicende finanziarie legate al dissesto del Banco Ambrosiano e allo scandalo della P2 il capitale del quotidiano cambia di nuovo indirizzo e nel 1984 vede entrare una cordata composta dal gruppo Agnelli, Mediobanca, l'allora Montedison e la finanziaria Mittel che ruota intorno a Giovanni Bazoli. Da allora è un lungo ripetersi di cambiamenti negli assetti (per un periodo di tempo anche i Romiti entrano nel controllo di Via Solferino per uscirne definitivamente nel 2004) di assalti e difese al Corriere culminate con la più celebre e violenta battaglia, ovvero la fallita scalata di Stefano Ricucci, finita nell'estate del 2005 dopo il primo scandalo intercettazioni degli ultimi anni, quello dei «furbetti» del quartierino. Il tentativo dell'ex immobiliarista della provincia romana punta a rompere gli equilibri societari per crearne di nuovi insieme con quelli che all'epoca sembrano i nuovi protagonisti dell'economia italiana (da Coppola a Fiorani, da Consorte al governatore Antonio Fazio) o forse più semplicemente, secondo alcune ricostruzioni, per cercare una sponda politica. Ricucci comincia a comprare pacchetti del gruppo editoriale fino ad arrivare vicino al controllo della società, ma in questo salotto buono della finanza italiana non entrerà mai. Il patto d'acciaio tra Bazoli e Cesare Geronzi, infatti, resta ben saldo e alla fine la partecipazione di quello che appare come il signore delle quote della finanza italiana è ripartita tra i partner istituzionali del Patto di sindacato (praticamente il Gotha della finanza italiana) e Giuseppe Rotelli, recentemente entrato appunto nel board di Rcs. Tra tensioni, consultazioni dei soci, avvicendamenti alla guida del quotidiano e i diversi piani strategici ed editoriali del gruppo oggi arriva un nuovo scossone per i proprietari del Corsera: Generali dovrebbe vendere la propria quota in Rcs, secondo Diego Della Valle. Una nuova battaglia per il Corriere potrebbe partire da qui.