Chrysler rinasce con Marchionne
I risultati di Chrysler per il 2010 «hanno superato le aspettative». Sergio Marchionne è soddisfatto anche se l'anno si è chiuso con una perdita netta di 652 milioni di dollari. Parlando in conference call con gli analisti, l'amministratore delegato della Fiat e della Chrysler ha disegnato uno scenario positivo. «Abbiamo mantenuto la promessa di lanciare 16 nuovi veicoli negli ultimi dodici mesi e abbiamo guadagnato ben più del previsto». I numeri parlano chiaro: Chrysler (che comprende anche i marchi Jeep, Dodge e Ram ) ha consegnato 600.000 veicoli negli Usa, il 9,2% del mercato, contro l'8,8% del 2010. Marchionne assicura agli analisti che queste cifre miglioreranno con il ritorno del marchio Fiat in America dopo quasi tre decenni. Il totale globale di auto consegnate dal gruppo nel 2011 sarà di 2 milioni rispetto a 1,5 nel 2010. Il fatturato dovrebbe essere di 55 miliardi di dollari. Questo è l'anno in cui Chrysler potrebbe tornare in Borsa e vedere la partecipazone Fiat salire al 51%. «La liquidità rimane forte. Abbiamo 7,3 miliardi di dollari di liquidità disponibile, ha detto Marchionne, con «quasi un miliardo e mezzo di free cash flow generato nel 2010». Cash flow che Chrysler intende impiegare soprattutto per ridurre il debito netto, oggi di 5,8 miliardi di dollari che potrebbe scendere a 4,8 miliardi o anche meno nel 2011. Marchionne ha anche spiegato che l'accordo per Mirafiori non avrà alcun impatto su Chrysler, mentre ha indicato che la distribuzione di bonus ai dipendenti Chrysler è prevista la prossima settimana. L'ad ha inoltre sotolineato che «non sarebbe saggio» se il governo americano fosse azionista di Chrysler. Poi ha annunciato che nel 2011, oltre al ritorno all'utile netto, previsto tra 200 e 500 milioni, Chrysler punta a ridurre il debito netto di un miliardo di dollari. Mentre negli Stati Uniti si misurano i risultati della cura Marchionne, in Italia il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha incontrato l'advisor Invitalia per fare il punto su Termini Imerese e ha annunciato che aprirà «immediatamente» un tavolo con i sindacati sui sette progetti per il futuro dell'area industriale. «Ci sono sette soluzioni - ha detto Romani - che se andranno tutte a buon fine potrebbero portare a Termini Imerese dai 1.500 dipendenti che fino a fine anno lavoreranno per Fiat a più di 3.300 dipendenti: da uno stato di crisi ne ricaviamo una straordinaria case history di ristrutturazione e sviluppo di un'area industriale». Per Mirafiori invece è stata confermata la cassa integrazione per un anno a partire dal 14 febbraio. La cig è prevista dall'accordo, in vista della realizzazione de Suv nello stabilimento torinese, la cui produzione partirà nel 2012. la Fiom incalza: «L'azienda ha fornito risposte insufficienti durante l'incontro su come verrà gestito questo periodo di cassa».