Acea guarda al gas di Roma per guadagnare più efficienza
La gara per gestire la concessione del gas di Roma scalda i motori. In palio, sotto l'egida del Comune di Roma, la possibilità di utilizzare le reti di distribuzione in carico alla Romana Gas (oggi riconducibile al controllo del gruppo Eni) per fornire metano alle famiglie della Capitale. Un business importante nei numeri e nella qualità. In corsa tra i protagonisti anche la multiutility romana Acea. Che per rafforzare le chanche di aggiudicarsi la concessione ha già avviato la campagna acquisti per avere al fianco partner di rilievo. Quello industriale è stato individuato nell'Eni. Mentre negli ultimi tempi i contatti di Piazzale Ostiense si sono intensificati anche con il fondo F2i creato dal manager Vito Gamberale (e cui partecipano banche, casse previdenziali e Cassa Depositi e Prestiti) in qualità di partner finanziario. Un parterre nutrito che aumenta le possibilità al possibile consorzio di aggiudicarsi la gara e che aprirebbe all'ex municipalizzata spazi per un guadagno di efficienza. Il perché è presto detto. Tutto parte da una possibilità prevista lo scorso luglio quando, al ministero dello Sviluppo Economico, è stato firmato tra le organizzazioni sindacali del settore del gas e il ministro Romani una bozza di accordo che introduce la cosiddetta «clausola sociale». Una garanzia che impone alle società che vincono concessioni per la distribuzione del gas in Italia di assorbire il personale e le strutture delle precedenti concessionarie. Non solo. Sempre in fase di trattativa è stata raggiunta un'intesa sull'abbassamento del rapporto tra gli addetti alla gestione degli impianti rispetto al numero di clienti finali serviti. Un numero passato da 1/2000 a 1/1500, comprensivo di tutto il personale operativo, del personale di staff che svolge funzioni territoriali e di quota parte del personale di staff che svolge funzioni centrali. La clausola è in questi giorni alla firma del ministro del Welfare e potrebbe diventare dunque operativa in coincidenza con la gara. Calata nella situazione romana potrebbe consentire, considerato un bacino composto da circa 1,5 milioni di utenti, di elevare la pianta organica della Romana Gas che attualmente conta poco più di 600 addetti. Con il nuovo rapporto tra lavoratori e consumatori il numero di dipendenti potrebbe salire a circa 1000. Dunque circa 400 posti di lavoro in più. I consulenti all'opera per abbassare il numero di addetti di Acea avrebbero già prospettato la possibilità che parte dei tecnici, che hanno una conoscenza e qualificazione elevata, possano transitare nella Romana Gas. In quel caso la società di Piazzale Ostiense potrebbe portare a quota 5 mila il numero dei dipendenti, dagli attuali 5.800, senza nessuna tensione sociale. Con i pensionamenti e gli accompagnamenti volontari Acea potrebbe asciugarsi di circa 400-500 unità. Le altre 300 potrebbero portare competenze e conoscenze nel ramo societario che si occuperebbe della distribuzione del metano. Un'opportunità condizionata all'esito della gara per la concessione ma che rappresenterebbe una sorta di miracolo economico in un contesto generale di tagli e sacrifici. Acea sarebbe snella e in grado di generare ancora più valore. Il Comune, socio maggioritario di Acea, opererebbe un riassetto senza nessuna contestazione sindacale. Romana Gas acquisirebbe competenze qualificate e già esperte nelle reti romane. Un miracolo appunto.