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Spazio ai contratti aziendali

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LeonardoVentura La Confindustria apre alla revisione del modello contrattuale del 2009 prevedendo l'ipotesi che il contratto aziendale possa essere sostitutivo di quello nazionale. La proposta, lanciata dalla Federmeccanica con il suo comitato direttivo, è stata infatti subito dopo appoggiata dall'intera associazione che l'ha definita, con la presidente, Emma Marcegaglia, una «tempestiva proposta di modernizzazione». «Stiamo valutando - ha detto la leader degli industriali commentando la proposta delle aziende metalmeccaniche - è possibile, ci ragioneremo anche con i sindacati. Si può dire che c'è anche questa possibilità». La proposta di Federmeccanica aveva però incassato nella giornata il no dei sindacati ricompattandoli, almeno su questa materia, dopo le divisioni degli ultimi mesi. Se questa ipotesi venisse messa in pratica le newco appena costituite dalla Fiat per gli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori potrebbero restare in Confindustria con il loro contratto aziendale «alternativo» a quello nazionale. E la disciplina specifica per l'auto, sulla quale torneranno a discutere imprese e sindacati dal prossimo lunedì 24 gennaio, potrebbe essere superflua. È necessario - ha affermato l'associazione in una nota diffusa dal Direttivo - «prendere in considerazione l'ipotesi di integrazione dell'Accordo con la previsione della possibile alternatività tra contratto specifico per determinate situazioni aziendali e contratto nazionale, fermi restando, eventualmente, alcuni contenuti minimi comuni». «Nessuno dovrebbe mettere il carro davanti ai buoi - ha risposto tuttavia a stretto giro il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - abbiamo un contratto nazionale che vale ancora due anni». «La Federmeccanica sbaglia per la quarta volta - ha detto invece il numero uno della Cgil, Susanna Camusso - sarebbe il quarto errore dopo il contratto separato, le deroghe, e l'idea di inventarsi un nuovo contratto». Sulla stessa linea il numero uno della Fiom-Cgil, Maurizio Landini che ha parlato di ipotesi «inaccettabile» e ha sostenuto come la Federmeccanica «stia inseguendo la Fiat» e si «fa male da sola». Il leader della Uil, Luigi Angeletti taglia corto: «Sono le aziende ad aver voluto il contratto nazionale. L'Ugl con il segretario generale Giovanni Centrella si dice pronta a confrontarsi con Federmeccanica per individuare un modello che soddisfi le esigenze del settore auto purchè il contratto sia «all'interno di Confindustria». Più possibilista il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi che pur ribadendo che si tratta di «materia delle parti» ha sostenuto comunque che il contratto aziendale è «equiordinato a quello nazionale», è «più prossimo ai lavoratori» e «definisce meglio lo scambio» tra le imprese e i lavoratori. La proposta secondo il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli, va nella direzione della maggiore flessibilità nel settore «come accade nel resto del mondo. Stiamo facendo un ulteriore passo avanti - ha detto - rispetto al sistema delle deroghe. Dove ci sono le condizioni e con il consenso dei sindacati deve essere possibile prevedere l'alternatività tra il contratto aziendale e quello nazionale. Non è la morte del contratto nazionale - ha sottolineato - abbiamo dodicimila associate e penso che 11.500 vorranno continuare ad utilizzarlo».

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