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Promossi i conti pubblici italiani

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Edopo l'annus horribilis 2010, caratterizzato dal contagio della crisi greca, per i diciassette paesi dell'Unione monetaria scenderanno le esigenze di indebitamento quest'anno. La previsione, che tratteggia un quadro più roseo rispetto a quello rappresentato dagli «spread» sul debito pubblico e dichiara ingiustificato l'attuale livello dei tassi sopra il 7% del Portogallo, è l'agenzia di rating Fitch. L'Italia - spiega Douglas Renwick, un director di Fitch - «rappresenta un'eccezione» rispetto alla gran parte dei partner perché ha aumentato la quota di debito a breve termine sul totale, limando, al contrario, le esigenze di rifinanziamento a medio e lungo termine. Ma ciò non vuol dire che la Penisola presenti rischi maggiori rispetto agli altri. «Non c'è motivo di preoccupazione per l'aumento dello stock di debito a breve termine», spiega Renwick durante una conference call, perché l'indebitamento nel complesso è rimasto «generalmente stabile» e nonostante i livelli di debito e di elevato fabbisogno, l'Italia «appare relativamente forte rispetto ai suoi pari nell'area euro». Per l'agenzia di rating, che assegna all'Italia il voto «AA-» con prospettive stabili, l'elevato debito pubblico dell'Italia e il livello di deficit al momento non hanno un impatto sul rating del Paese. Poche settimane fa proprio Fitch aveva detto, in un'intervista alla Reuters, che per l'Italia non si vede la necessità di una manovra correttiva e il rating è coerente con gli obiettivi di bilancio fissati dalla finanziaria. In uno studio sui Paesi dell'area euro, Fitch rileva come l'Italia sia al secondo posto dopo la Francia nella classifica del debito da finanziare nel 2011, con 381 miliardi contro i 386 di Parigi.

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