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La linea di Berlino sulla crisi

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Il presidente dell'eurogruppo Juncker e il ministro dell Economia Tremonti

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Ancora una volta prevale la linea tedesca: l'eurogruppo ha aperto il cantiere per rafforzare il fondo anti-crisi, ma non decide ancora nulla. L'idea è di varare un pacchetto complessivo di misure al vertice dei capi di stato e di governo a fine marzo. Mentre si rafforza il consenso alla proposta di rendere effettiva la concessione di garanzie governative fino a 440 miliardi, incertezza sulle altre ipotesi (acquisto bond sul mercato secondario, prestiti a breve termine ai paesi in difficoltà). Prima dell'Eurogruppo è stata convocata in modo urgente una riunione dei Paesi con tripla A (Germania, Finlandia, Olanda, Austria, Lussemburgo, Francia). Si tratta di un fatto nuovo che potrebbe avere delle implicazioni politiche rilevanti definendo una nuova gerarchia tra i paesi dell'unione monetaria. La discussione sul che fare con il fondo anti-crisi, che si appresta prossimamente a lanciare la prima emissione di bond per il prestito alli'Irlanda, non ha in effetti aggiunto elementi di novità rispetto alla settimana scorsa. Resta il fatto che la discussione è aperta e si confrontano diverse opzioni. Per quanto la commissione e la Bce continuino a caldeggiare una decisione rapida (per il presidente dell'esecutivo Josè Barroso i capi di stato e di governo dovrebbero decidere nella riunione del 4 febbraio), non c'è il consenso sufficiente per quello che a Berlino (ma anche a Parigi) viene considerato un vero e proprio strappo. Per di più uno strappo che rischia di essere un boomerang: «non c'è una necessità urgente» di prendere una decisione sul rafforzamento del fondo, ha dichiarato il ministro tedesco Wolfgang Schaueble. «Abbiamo da fare un lavoro di qui a marzo e attualmente il meccanismo di aiuto non è sotto pressione». In effetti le cose stanno come sostiene Schaueble, dal momento che meno del 10% delle munizioni dell'European financial stability facility (la società con sede a Lussemburgo che per conto dei governi emette eurobond e presta agli stati in difficoltà a finanziarsi sul mercato) sono attualmente impegnate. Però in qualche modo l'eurogruppo deve rispondere a un interrogativo: l'eurozona ha munizioni sufficienti a fronteggiare una emergenza in Portogallo e subito dopo in Spagna? La risposta indicata dai mercati è senz'altro negativa, quella che arriva dai governi è più o meno questa: il problema adesso non si pone. Troppo poco per riottenere fiducia. Parallelamente al cantiere fondo anti-crisi è sempre aperto un altro cantiere che riguarda il dettaglio del coordinamento della disciplina di bilancio. Si tratta delle regole per valutare il debito pubblico ai fini della procedura europea: la cosa certa è che la Germania ha posto come condizione per potenziare il fondo anti-crisi sia oggi che in futuro quando diventerà permanente una sorveglianza e un'azione molto più stretta sulle strategie di bilancio.

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