Operatori contro la tassa di soggiorno
Gli operatori del turismo, insieme ai consumatori rinviano al mittente la possibilità di introdurre la tassa di soggiorno non solo per Roma ma anche nelle altre città d'Italia. Un'ipotesi avanzata tre giorni giorni fa nell'incontro tra il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli e il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino. Un disegno mal digerito in particolare dagli albergatori incaricati della riscossione del balzello. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ieri ha illustrato i dati relativi alle presenze turistiche negli alberghi italiani nel mese di dicembre che fanno registrare un -2,7% rispetto allo scorso anno con un calo dei posti di lavoro a tempo indeterminato pari al 3,9%. «Di fronte ad uno scenario così difficile - ha osservato Bocca - è impensabile l'introduzione di una tassa di soggiorno che pesi esclusivamente sulle strutture ricettive italiane, che rischierebbero il collasso di fronte a qualsiasi ogni ipotetico aggravio fiscale». «La tassa di soggiorno nelle città italiane alla lunga sarà un boomerang», sostiene Roberto Corbella, presidente di Astoi, che riunisce i maggiori tour operator. «Gli introiti - aggiunge - non vengono impegnati per sostenere il settore del turismo, ma servono solo a ripianare i buchi di bilancio aperti da scellerate amministrazioni comunali. Tutto questo, alla lunga, comporterà una minore competitività delle località turistiche italiane già messe a dura prova dalla concorrenza di tanti Paesi stranieri». «Non pensavamo che in questo Paese si fosse così ottusi da colpire il turismo; il settore va incentivato, non vessato. Se Roma può anche sopportare una tassa di soggiorno, non così per molte altre località», rincara il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti. «La tassa di soggiorno è un grave errore. Se era così necessario reperire risorse, sarebbe stato meglio introdurre una city tax, con la quale qualunque movimento commerciale riconducibile al turismo vede una percentuale bassa a vantaggio dello Stato», gli fa eco Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme-Confindustria. Contrarie all'introduzione di questa tassa anche le associazioni dei consumatori, da Federconsumatori ad Adusbef al Movimento dei consumatori.