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Al via il grande risiko dell'editoria

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia

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Ad aprire le danze è stato Vittorio Feltri con il clamoroso ritorno a Libero (da azionista), seguito a ruota da Antonio Polito che ha mollato il Riformista. E già impazza il valzer dei direttori. Corriere della Sera, Sole24Ore, Messaggero, tutti in pista. Volenti o nolenti. Con gran tempismo, martedi mattina a Bergamo durante il convegno inaugurale del congresso nazionale dell'Fnsi, il presidente di Rcs, Piergaetano Marchetti, aveva sottolineato la capacità dei direttori dei giornali fare da garanti all'autonomia professionale nonostante siano schiacciati tra redazione e proprietà. Ebbene, qualche ora dopo l'intervento di Marchetti sui monitor delle redazioni spuntava un'agenzia Radiocor su presunti mal di pancia in casa Rizzoli per la gestione del Corriere della Sera targata Ferruccio de Bortoli. In sostanza, secondo l'agenzia del Sole24Ore, una parte degli azionisti rappresentati nel cda di Rcs Quotidiani non avrebbe digerito alcune scelte editoriali della direzione al punto da ventilare una richiesta formale di una verifica. Casus belli, i recenti articoli poco teneri dell'editorialista Massimo Mucchetti contro la Fiat e i guadagni di Sergio Marchionne. Immediata la smentita dello stesso Marchetti ma nell'ambiente le voci di un avvicendamento in via Solferino continuano a girare con l'implacabile Dagospia che nel toto-successore scommette già sull'attuale direttore della Stampa, Mario Calabresi. Assai più pesante è invece l'aria che si respira in via Monterosa nel palazzo di vetro del Sole24Ore. Ieri i giornalisti hanno incrociato le braccia e il quotidiano della Confindustria non è uscito in edicola. Il direttore Gianni Riotta ha cercato lo stesso di fare il giornale chiamando i fedelissimi ma non ce l'ha fatta. I motivi dell'agitazione sono i contratti di collaborazione a Marco Ferrante e Francesco Sisci (da Pechino) e dunque la violazione dello stato di crisi. Nei giorni scorsi la redazione aveva già proclamato tre giorni di sciopero contestando il restyling del quotidiano, progetto fortemente voluto dal direttore che prevede la trasformazione del formato in tabloid. Nella battaglia interna al Sole (ma nel mirino più degli azionisti che dei giornalisti) sarebbe coinvolta anche l'amministratore delegato del gruppo, Donatella Treu, che deve rendere conto sui bilanci della società quotata in Borsa. Bilanci tutt'altro che rosei : la perdita a livello di risultato netto, nei primi nove mesi del 2010, è aumentata dell'11,6% rispetto al 2009 raggiungendo i 24,6 milioni e la cassa continua ad assottigliarsi. Sotto la direzione di Riotta sarebbero inoltre state perse in due anni quasi 50 mila copie con un crollo degli abbonati sotto quota 100 mila. Dopo lo strappo con la redazione erano dunque in molti, ieri, a dare per imminenti le sue dimissioni con tanto di toto-candidati: dal vicedirettore del Corriere, Dario Di Vico, al presidente dell'Ansa, Giulio Anselmi, da soluzioni interne come il vicedirettore, Edoardo De Biasi al direttore del Messaggero, Roberto Napoletano. Dimissioni che sembrano per il momento scongiurate: dopo il comitato di presidenza di Confindustria che si è riunito a Milano, la presidente degli Industriali Emma Marcegaglia avrebbe infatti rinnovato la piena fiducia per il mandato di Riotta e per quello dell'ad Treu ribadendo anche l'avvio di un importante piano di rinnovamento a sostegno del quotidiano e del gruppo editoriale. Eppure a Piazza Affari l'ipotesi di un cambio al vertice era piaciuta agli investitori: il titolo del Sole ha infatti chiuso con un balzo del 4,5 per cento. Quanto a Riotta, in serata ha «cinguettato» su Twitter citando Churchill: «There is nothing more exhilarating than to be shot at without result». (Non c'è niente di più eccitante che essere sparati addosso senza risultato).

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