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Il referendum mette a fuoco la sinistra

Cofferati

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Il conto alla rovescia verso il referendum che si svolgerà il 14 prossimo su Mirafiori, è partito. La Fiom è alla ricerca di una sponda nella Cgil e soprattutto nel Pd che sulla strategia perseguita dall'ad della Fiat Marchionne, è in grave imbarazzo. Il segretario generale della confederazione di Corso Italia, Susanna Camusso, ha fatto intendere che non intende appoggiare il partito del No anche se resta critica sul piano di Marchionne. Nel Pd invece si confrontano diverse linee ma su tutte spicca la posizione dell'europarlamentare ed ex leader della Cgil, Sergio Cofferati, che è sceso apertamente in campo a sostegno della Fiom. Ieri, in totale sintonia con il leader della Fiom Landini, Cofferati ha ribadito che a Mirafiori «è in atto una lesione democratica profonda» e la Fiat «invece di investire sulla qualità, cancella i diritti dei lavoratori». Poi incalza: «Se la Fiom decide veramente di non firmare un accordo non è che per questo gli devono essere negati i diritti contrattuali». Ad appoggiare la Fiom anche l'«intellettualissima» Micromega che ha detto di aver raccolto finora quasi 16mila firme e di porsi come obiettivo 100mila firme entro il 28 gennaio, giorno dello sciopero generale. E ieri la Fiom ha organizzato un presidio nella centrale piazza Castello a Torino, per celebrare quella che il sindacato ha definito la «Epifania metalmeccanica» e per protestare contro l'accordo siglato dalla Fiat e dagli altri sindacati. Sono stati distribuiti volantini nei quali si parla di voto «della paura» e del «ricatto». La consultazione partirà alle 22.00 di giovedì prossimo: i primi a votare saranno, infatti, i lavoratori del turno di notte, che comincia a quell'ora; poi voteranno i lavoratori del primo e del secondo turno di venerdì. Quindi partirà lo spoglio delle schede. La vittoria del sì è data per certa. I sindacati firmatari dell'accordo (Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Ugl metalmeccanici) si attendono una partecipazione al voto di circa il 95% delle tute blu delle Carrozzerie (5.500) con una percentuale dei sì all'80%. L'esito positivo del referendum consentirà il rilancio dello stabilimento, la garanzia dei posti di lavoro e di un investimento da oltre un miliardo di euro.

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