Il petrolio alle stelle pesa sui conti pubblici
Il2011 sarà un anno nel quale certamente non avremo tempo di annoiarci. C'è già un primo spettro che appare all'orizzonte. Il prezzo del petrolio che potrebbe raggiungere i 100$ al barile. Per maggiore domanda. I Paesi membri dell'OPEC non hanno, a quanto sembra, nessuna intenzione di aumentare la produzione per calmierarne il prezzo. Nel suo bollettino di dicembre l'Agenzia Internazionale della Energia ritiene che ci sarà una richiesta giornaliera molto più sostenuta rispetto al 2010. Per raffreddare la domanda sarebbe necessario aumentare la produzione. Su questo versante paesi come il Venezuela, Iran e la Libia fanno orecchie da mercanti. Per costoro un prezzo di 100$ al barile è giusto, stante la debolezza del biglietto verde. L'Arabia Saudita, controcorrente difende un prezzo di 70/80$ al barile e pare disposta ad aumentare la produzione in caso di necessità. L'aumento del consumo dell'oro nero non dipenderà soltanto dalla auspicabile ripresa economica occidentale, quanto soprattutto alla impetuosa crescita dei paese emergenti e di quella cinese in particolare. Stiano comunque le cose va posta particolare attenzione al problema energetico. Scostamenti significativi sui prezzi potrebbero incidere pesantemente sui conti dello Stato delle imprese e delle famiglie. Andranno incentivati i risparmi e soprattutto il ricorso alle energie alternative. L'Italia è il paese del sole. È necessario che il suo calore vada sfruttato e non disperso. Riguardo al nucleare ricordiamoci che abbiamo le centrali ad appena 80 km dal confine. Come già averlo. Quindi