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Si chiude un 2010 da dimenticare per la Borsa di Milano

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Conl'ultima performance negativa di ieri, ultimo giorno dell'anno, il Ftse Mib (l'indice più rappresentativo del listino) ha lasciato sul terreno il 13,2% del valore registrato lo scorso primo gennaio. Una débâcle che la mette nella parte più bassa della classifica mondiale. Ai valori di ieri il tesoro custodito a palazzo Mezzanotte ora vale 429 miliardi di euro, pari al 27,6% del Pil mentre l'anno scorso la capitalizzazione rappresentava il 30,4% della ricchezza nazionale. A trascinare al ribasso il listino sono state sottoposte le cattive performance della banche (-29,3% l'indice Ftse Italia settoriale) mentre l'anno che si chiude ha sorriso, almeno in borsa, agli automobilistici con Exor (+84,3%) sul podio delle blue chip, seguita dal petrolifero Saipem (53,1%) e da Fiat (+49,5%). In fondo, Bpm (-47,7%), Unipol (-45,6%) e Fondiaria Sai (-43,8%). Nell'intero listino la migliore è invece Marcolin (+193,1%) con Stefanel (-75,45%) a chiudere le fila. Se le quotazioni calano, con l'unica eccezione del segmento Star (Ftse Italia Star +2,94%, ultimo dato odierno), non rallentano gli scambi. Il listino milanese è quello in Europa dove le azioni girano di più (tasso di rotazione annuale al 173,2% nel primi 11 mesi) e Unicredit fa la parte del leone. Le cose vanno ancora meglio nel mercato dei derivati e in quello delle obbligazioni e dei titoli di stato, gestiti da Borsa Italiana. Nel primo, l'Idem, sono stati trattati nel complesso 44,1 milioni di contratti standard (+4% sul totale 2009), rivedendo al rialzo il massimo storico per il secondo anno consecutivo. Il secondo, il Mot, ha toccato il nuovo massimo storico per numero di contratti scambiati (+7,8% a 3,8 milioni) pari a 227,3 miliardi di euro, confermando la leadership in Europa per contratti. Stesso discorso per l'Etf Plus, il mercato dove vengono negoziati Etf ed Etc: qui sono stati scambiati 78,2 miliardi di euro e 3,4 milioni di contratti. Tornando all'azionario nell'intero anno sono passati di mano 62 milioni di contratti per un controvalore di 746,3 miliardi e 7,4 milioni di questi (quasi il 12% del totale) riguardano Unicredit (-31,3% la quotazione nel 2010), prima anche per controvalore (173,7 miliardi di euro). Dieci le matricole, tante quante le società che hanno dato l'addio al listino, così le quotate a Milano restano 322. Le Ipo hanno raccolto 2,5 miliardi.

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