Instabilità monetaria La nota dominante del prossimo anno
Nonè stato un anno bello, tutto sommato. Abbiamo intravisto una ripresa ma soprattutto abbiamo assistito al quasi default di due paesi sovrani. La Grecia che ha «taroccato» i propri conti e l'Irlanda che, dai fasti della finanza, ha dovuto accettare gli aiuti europei per non fallire. Sotto preoccupata osservazione ci sono il Portogallo e la Spagna. Nel frattempo gli Usa, malgrado il loro deficit colossale, attirano i mercati ad investire in dollari. Le agenzie di rating però cominciano a suonare l'allarme sullo stato assai degradato delle finanze pubbliche americane. La Cina, a fronte dei rischi di inflazione, ha innalzato i tassi e mostra interesse alla moneta europea, l'euro che, secondo i cinesi, rimane una valuta strategica. Questo è un buon segnale per l'emissione di futuri bond europei. Comunque vadano le cose ci sarà sicuramente una instabilità valutaria che favorirà ancora una volta quello che è definito il carry trade. Ci si indebita dove il denaro costa poco e si investe dove i tassi sono più elevati. Il virus della finanza, ahimé, non è stato ancora debellato. E faranno bene i nostri concittadini a indirizzare i loro risparmi nella formica italiana. Ci bistrattiamo tanto, forse a ragione, ma l'estero è poi così bello puro ed efficiente?